Il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e' stata condannata da un tribunale del Myanmar a 4 anni di carcere, poi ridotti a due, per le accuse di incitamento al dissenso contro la giunta militare al potere e violazione delle norme anti Covid. Oltre alla premio Nobel e' stato condannato a 4 anni di carcerazione con le stesse accuse anche l'ex presidente Win Myint. Non si sono fatte attendere le reazioni alla sentenza. Entrambi i leader politici non sarebbero stati ancora tradotti in un istituto penale. Secondo quanto riferito dal portavoce della giunta militare, prima i due dovranno affrontare altre accuse e nel frattempo risiederanno nei luoghi in cui attualmente si trovano, nella capitale birmana Naypyitaw. La 76.enne Suu Kyi e' detenuta da quando i generali hanno deposto il suo governo, nelle prime ore del primo febbraio scorso. La giunta, dopo il loro arresto, ha aggiunto una serie di capi di accusa tra cui la violazione della legge sui segreti ufficiali di stato, la corruzione e la frode elettorale. Per tutte queste accuse la premio Nobel rischia decenni di carcere nel caso fosse condannata per tutto cio' che le e' imputato. Il governo britannico ha fortemente criticato la condanna tramite il Ministro degli Esteri Truss in una nota diffusa dal Foreign Office, in cui si chiede il rilascio dei prigionieri politici, l'impegno nel dialogo e il consenso al ritorno della democrazia. Il responsabile ONU per i diritti umani Bachelet ha evidenziato che la sentenza e' puramente politica, il Segretario di Stato americano Blinken ha chiesto il rilascio di Suu Kyi mentre il capo diplomazia europeo Borrell ha esortato il suo immediato rilascio perche' la sentenza e' motivata politicamente. In un raro comunicato di condanna, il Presidente del comitato del premio Nobel Reiss-Andersen ha dichiarato che il processo ha una bassa credibilita' e che l'arresto e' stato parte della repressione militare dell'opposizione nel Paese. Per Amnesty International le dure condanne inflitte a Suu Kyi sulla base di false accuse sono l'ultimo esempio della volonta' dei militari di eliminare ogni opposizione e cancellare le liberta' nel Myanmar.

Franco de Stefani

Foto: EPA
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