L'esercito governativo siriano si sta già muovendo verso la Siria settentrionale. Lo ha riferito la TV statale, senza però fornire altri dettagli a riguardo. Secondo l'intesa, firmata con i curdi, le truppe di Bashar al-Assad hanno il compito di proteggere Manbij e Kobane, per evitare così che l'esercito turco e le milizie arabe alleate di Ankara possano conquistare le località strategiche.
Intanto gli Stati Uniti hanno lasciato la base vicina alla città di Kobane, a seguito di intensi bombardamenti di artiglieria turchi. Il capo della Casa Bianca, Donald Trump, ha ordinato il ritiro di 1.000 soldati americani da tutto il nord-est della Siria in tempi rapidi, per non rimanere intrappolati tra forze turche e curde. Per il momento dovrebbero essere trasferiti più a sud in altre basi statunitensi nel Paese.
Donald Trump ha fatto anche l'ennesimo appello all'Europa di "prendersi ora i prigionieri dell'Isis. Se li sarebbero dovuti prendere indietro già prima, dopo numerose richieste, senza permettere loro di scappare. Quei prigionieri non verranno mai negli Stati Uniti, non lo permetteremo", ha aggiunto il presidente americano.
Il capo dell'Eliseo, Emmanuel Macron, ha intanto promesso che "la Francia accentuerà i suoi sforzi diplomatici, in stretto coordinamento con i partner della coalizione anti-Isis, nel quadro dell'Unione europea, della Nato e del Consiglio di sicurezza Onu, per ottenere l'immediata cessazione dell'offensiva turca in corso". Secondo il presidente francese, l'operazione militare potrebbe scatenare "conseguenze umanitarie drammatiche, un rilancio dell'Isis nella regione, una destabilizzazione durevole del nord-est siriano".
Previsto in giornata a Lussemburgo un incontro dei ministri degli Esteri dell'Unione europea per discutere riguardo la risposta all'offensiva turca contro i curdi nella Siria nord-orientale. Diversi Paesi parlando di eventuali sanzioni, di cui si discuterà però nel fine settimana a Bruxelles.


E. P.

Foto: Reuters
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