Foto: Reuters
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La truffa che coinvolge LinkedIn vede uno schema ben preciso: nel 47% dei casi si basa su una richiesta di collegamento proveniente da uno sconosciuto, tramite un messaggio contenente un link sospetto. Ben il 48% i danni alla reputazione degli iscritti al social, l'effetto più comune delle truffe e delle frodi che si trovano su Linkedin.

Carlos Salas, esperto di cyber security di NordLayer, spiega: "Come su qualsiasi altro social media, gli aggressori e i truffatori cercano informazioni e denaro sotto minaccia di rovinare la reputazione delle vittime".

I dati della ricerca rivelano che le offerte di lavoro fasulle, pari al 47%, rappresentano la truffa più comune ai danni delle aziende su LinkedIn.
Molti anche i tentativi di phishing, le richieste di collegamento da parte di sconosciuti con un link sospetto nel messaggio e gli approcci di contatto da parte di finti team di supporto tecnico.

Per NordLayer, dopo questi attacchi gli utenti, come prima soluzione, hanno contattato lo stesso LinkedIn per chiedere supporto. Questo è accaduto nel 71% dei casi.
Al secondo posto la pubblicazione di post sui social riguardanti i truffatori; nel 51% dei casi c'è stata anche una segnalazione alle forze dell'ordine.

Le aziende di medie dimensioni hanno subito danni reputazionali nel 47% dei casi e furti/danni ai contatti dei clienti nel 45% delle situazioni.
Le piccole imprese che hanno subito truffe di questo tipo hanno indicato perdite di denaro, interruzione dell'attività e furto di proprietà intellettuale.

Salas conclude dicendo: "Uno dei modi migliori per proteggere la propria azienda dalle truffe su LinkedIn si basa su una formazione costante delle proprie risorse umane, affinché si formi una piena consapevolezza sull'esistenza di queste problematiche e di conseguenza la capacità di riconoscerle".

Davide Fifaco