Foto: Reuters
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La diplomazia ci riprova e, dopo il fallimento di ieri, la milizia filorussa ha annunciato che sono stati aperti i corridoi umanitari dalle città assediate di Mariupol e di Volnovakha, dove starebbero attendendo di partire più di 200 mila persone.
Eduard Basurin, vicecomandante della milizia filorussa, citato dall'agenzia russa Tass, ha dichiarato che “in mattinata i corridoi umanitari saranno riaperti”. Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha accusato i “nazionalisti” ucraini di essere responsabili della mancata evacuazione, e anche il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, aveva detto che “nessuno si era presentato”.
L’evacuazione dovrebbe esser stata avvita in tarda mattinata.
Il dialogo per arrivare, se non alla pace, perlomeno a una tregua, rimane però in salita e al momento non ha prodotto alcun risultato: in un discorso alla popolazione il presidente Volodymyr Zelensky ha elogiato le forme di resistenza dei cittadini per opporsi all'invasione russa e ha definito il suo paese “una superpotenza dello spirito”, incoraggiando i residenti delle aree occupate a protestare.
Le ostilità però continuano: i media ucraini hanno riferito di spari contro i civili e tre persone, tra queste una volontaria che aveva appena consegnato cibo per gli sfollati, sarebbero state uccise. A Mariupol il sindaco ha definito “disperata” la situazione in città, dove mancano da giorni elettricità, acqua, riscaldamento ed è difficile reperire forniture mediche e altri beni essenziali.
Non si arrestano però né lo sforzo diplomatico né il braccio di ferro fra le parti. Ieri sera il primo ministro israeliano Naftali Bennett è andato a Mosca per un colloquio con Vladimir Putin, e ha parlato con il presidente russo per tre ore, poi ha raggiunto Berlino per un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
L'incontro sarebbe stato coordinato con gli Stati Uniti, la Germania e la Francia: “Anche se le probabilità non sono grandi - ha detto Bennett - tutte le volte che c’è una piccola fessura, nostro obbligo morale è di fare ogni tentativo”. “Finché la candela è accesa - ha concluso - dobbiamo sforzarci”.
Dopo il colloquio fra Putin e Bennett, Zelensky ha parlato con il presidente americano Joe Biden, per un confronto, ha riferito il presidente ucraino, su “sicurezza, di assistenza finanziaria per l'Ucraina e di sanzioni alla Russia"
Il segretario di Stato Antony Blinken, dalla Moldavia, ha però anche confermato che Washington sta “lavorando attivamente” per un accordo con la Polonia per l'invio di aerei da combattimento all'Ucraina.

Alessandro Martegani