Foto: SA/Hubble & NASA, M. Sun
Foto: SA/Hubble & NASA, M. Sun

Saremmo dei presuntuosi se pensassimo di essere soli nell’universo. Questo pensiero, espresso più volte dall’astrofisica Margherita Hack, riguardo la possibile, anche se mai verificata, presenza di altre forme di vita nell’universo, anima anche le ricerche in atto per capire se altri sistemi della galassia possano ospitare forme di vita, e soprattutto se sia possibile confermarne l’esistenza.
Come riportato dall’Agenzia Ansa, secondo studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society da un gruppo di ricerca internazionale, sarebbero almeno sette le stelle della Via Lattea che emettono una radiazione infrarossa che potrebbe essere compatibile con la presenza di ipotetiche megastrutture aliene.
L’ipotesi è che le radiazioni possano provenire dalle cosiddette “sfere di Dyson”, megastrutture aliene, la cui esistenza è stata teorizzata negli anni sessanta, che sarebbero costruite attorno a una stella per sfruttarne l’energia.
La ricerca, condotta nell’ambito del programma “Hephaistos” (dal nome del dio greco del fuoco e della metallurgia), ha coinvolto scienziati provenienti da Svezia, India, Regno Unito e Stati Uniti, e parte dal principio che se le sfere di Dyson esistessero, emetterebbero una grande quantità di radiazioni infrarosse a causa del surriscaldamento.
Le radiazioni infrarosse però sono emesse anche da altre fonti, come gli anelli di polvere circumstellari o le nebulose: i ricercatori si sono quindi concentrati su fonti che mostrano eccessi infrarossi anomali, non attribuibili ad alcuna fonte naturale nota.
Gli scienziati hanno cercato picchi di emissione di radiazioni infrarosse tra cinque milioni di stelle della galassia e hanno identificato sette stelle nane di classe M, più piccole e deboli del Sole, che potrebbero essere compatibili con la presenza di una sfera di Dyson.
Nella ricerca però si sottolinea anche come le emissioni d’infrarossi potrebbero avere altre spiegazioni, e gli autori hanno auspicato di poter condurre ulteriori ricerche con strumenti più potenti.

Alessandro Martegani