Foto: MMC RTV SLO/Reuters
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Entra in vigore il decreto firmato dal presidente statunitense Donald Trump per limitare il diritto d'asilo. A chiunque entri nel Paese in luoghi diversi dai Port of Entry, cioè le città situate nei pressi del confine messicano che hanno lo status per esaminare le domande, verrà automaticamente negato il diritto d'asilo. Il decreto prevede inoltre che alcune categorie vengano escluse a priori. Dura la condanna dell'UNHCR, l'agenzia Onu per i rifugiati. "Ci aspettiamo che tutti i paesi, compresi gli Usa, garantiscano che ogni persona bisognosa di protezione internazionale e assistenza umanitaria, possa ricevere entrambi con prontezza e senza ostacoli". Molte delle persone in viaggio dall'America Centrale e Messico fuggono da violenze e persecuzioni ed hanno quindi bisogno di protezione internazionale, ha ricordato l'agenzia Onu, sottolineando che sicurezza e accoglienza dignitosa non si escludono a vicenda. Nei suoi comizi in campagna elettorale Trump si riferì più volte alla carovana di profughi provenienti dall'Honduras come a gente dura e tutt'altro che innocente. In alcuni casi evocò addirittura la presenza sia di membri delle gang centroamericane che di mediorientali, alludendo presumibilmente ai terroristi. Dai sondaggi compiuti tra gli elettori che alle ultime elezioni di medio termine hanno votato per i repubblicani, risulta che la migrazione clandestina è stata una delle principali preoccupazioni.
Il tribunale del nono circuito delle Corti d'Appello ha intanto stabilito che l'amministrazione Trump non può porre fine al programma di tutele dei cosiddetti dreamers, i ragazzi nati o arrivati negli Stati Uniti da piccoli e figli di immigrati irregolari. La fine del programma di protezione, fortemente voluto dall'ex presidente Barack Obama, era stata annunciata dall'inquilino della Casa Bianca nel settembre 2017. Contro la decisione dell'amministrazione si erano già espressi i giudici distrettuali e il dipartimento di Giustizia ha presentato ricorso alla Corte Suprema. La causa contro la fine del programma era stata presentata dallo Stato e dall'Università della California.