Foto: BoBo
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"Dobbiamo essere pronti ad allargare l’Unione europea entro il 2030, e dobbiamo farlo con coraggio, anche con il budget adeguato per realizzare il processo iniziato nel 2003 a Salonicco. Per questo dobbiamo iniziare a parlare di futuri membri dell’Unione e non più di paesi candidati". A parlare così è stato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, intervenendo al Forum Strategico di Bled, il tradizionale appuntamento organizzato dal ministero degli Esteri di Lubiana che riunisce sulle sponde del lago omonimo politici, imprenditori e rappresentanti della società civile dalla regione e da altre parti del mondo. Un'occasione per un confronto franco e diretto, senza particolari formalismi, come si è visto anche nel panel dei Primi ministri dei paesi dei Balcani occidentali, dove si sono registrate diverse voci critiche nei confronti di Bruxelles e poco entusiasmo sulla data indicata da Michel. Ad aprire l'evento è stata la responsabile della diplomazia slovena, Tanja Fajon, che ha insistito sul concetto di solidarietà internazionale come declinazione del multilateralismo che la Slovenia vuole perseguire anche e soprattutto nel prossimo biennio, quando diventerà membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In merito Fajon ha parlato anche di maggiore rappresentanza dei paesi africani nel Consiglio, per poi soffermarsi sul multilateralismo indispensabile per trovare una soluzione al conflitto ucraino. Concetto ribadito anche da Golob, che ha dichiarato l'importanza della solidarietà internazionale perché nessuno si salva da solo, e nessuno può dirsi esente dal rischio catastrofi o da aggressioni. Motivo per il quale è necessario l'impegno di tutti su solidarietà e allargamento dei consessi internazionali per affrontare le sfide del momento, in particolare quella del cambiamento climatico. Un fenomeno con eventi locali che però, è il pensiero espresso da Golob, si può risolvere solo se affrontato come una minaccia globale.
Valerio Fabbri

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