Si sono dati appuntamento dinanzi al Centro per i richiedenti asilo a Lubiana i membri delle organizzazioni non governative per protestare contro il possibile spostamento di due richiedenti alla vicina Croazia. Come ha spiegato Miha Blažič dell’Ambasada Rog “ne oggi ne nei prossimi giorni non ci sarà alcuna deportazione”, “ci trovammo qua per lanciare un chiaro messaggio al governo affinché si renda conto che tale procedimento è disumano” è quanto ha scandito Blažič ai 70 manifestanti circa presenti. Secondo numerose ONG, infatti, il Ministero sarebbe intenzionato a restituire alla Croazia diversi richiedenti della protezione internazionale. “Si tratta di deportazioni in un paese dove sono stati documentati abusi e maltrattamenti di vario genere”, precisano le organizzazioni. La maggioranza dei rifugiati presenti sulle liste in attesa di essere “deportati”, precisano i m manifestanti, hanno espresso il desiderio di rimanere in Slovenia e si attendono maggiore comprensione dei loro disagi e traumi vissuti. Blažič, entrando nel particolare, ha spiegato che Ghislain Murinzi e Youssef Elalaoui sono stati informati giovedì della decisone presa dagli interni, “ci hanno picchiato, mi hanno rotto un dito e poi brutalmente trasportato al centro d’asilo di Zagabria, dal quale siamo poi fuggiti per arrivare in Slovenia “ha spiegato Murinzi ribadendo di essersi trovato bene in Slovenia dove ha trovato lavoro, degli amici e si trova al sicuro. La parlamentare del Partito Levica-Sinistra Nataša Sukič ha addirittura deciso di incatenarsi ai due richiedenti asilo dicendo che “la libertà è una sola e indivisibile e deve valere allo stesso modo per tutto”. I rimpatri sono disumani e illegittimi e molto spesso illegali, sostengono gli attivisti, il tutore dei diritti civici ha già ammonito il Ministero sull’inammissibilità’ di queste misure prese prima che le sentenze passino in giudicato. Il corteo dei manifestanti si è pure diretto sotto al palazzo del governo ed è stato accolto dalla Presidente della Camera Urška Klakočar Zupančič la quale ha espresso la sua solidarietà non fornendo però concrete soluzioni.

Dionizij Botter

Foto: BoBo
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