Foto: BoBo
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71 i voti a favore, sei quelli contrari, compreso il gruppo parlamentare di Levica-Sinistra, alla proposta per l'indizione di un referendum sulla costruzione del secondo blocco della centrale nucleare di Krško. Secondo i proponenti (Movimento libertà, Democratici, Socialdemocratici, Nuova Slovenia e deputati delle minoranze) gli elettori si esprimeranno su una questione di importanza strategica per la Slovenia. Dopo l'abbandono dei combustibili fossili, il Paese deve infatti garantire nuove fonti di energia cercando di rimanere quanto più indipendente da forniture estere.
E con 70 voti a favore e otto contrari, la Camera di Stato ha accolto la risoluzione sull'uso pacifico a lungo termine dell'energia atomica in Slovenia. Il documento esprime la volontà politica di continuare ad utilizzare e sviluppare l'energia nucleare nel Paese, compresa la costruzione della seconda unità della centrale nucleare di Krško.
Tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione della Sinistra, hanno sostenuto la risoluzione, poiché il proseguimento dell'uso pacifico dell'energia nucleare nel paese rappresenta una delle soluzioni per la transizione verso fonti energetiche a basse emissioni di carbonio.
Per la Sinistra invece, secondo quanto affermato dal capogruppo parlamentare, Matej Tašner Vatovec, l'obiettivo della risoluzione è quello di concretizzare la decisione sulla costruzione del secondo blocco della centrale nucleare di Krško, nonostante il piano nazionale per l'energia e per il clima e altri documenti affermino che la fornitura di energia elettrica a lungo termine possa essere garantita utilizzando soltanto fonti energetiche rinnovabili o le stesse fonti energetiche rinnovabili insieme all'energia nucleare.