Tanja Fajon (Foto: STA)
Tanja Fajon (Foto: STA)

"Di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici, siamo tutti piccoli e vulnerabili e possiamo avere successo solo se lavoriamo insieme come partner", ha affermato la capo diplomazia. "Le conseguenze che ne derivano sono una sfida globale", ha spiegato; "quando parliamo di giustizia climatica, dovremmo pensare e agire più velocemente ed è importante utilizzare un modello efficiente di finanziamento globale per fronteggiare le emergenze. Altrettanto importanti sono le misure locali che prendono in considerazioni soluzioni in armonia con la natura. La politica deve includere idee, necessità e preoccupazioni dei giovani, coinvolgendo in maniera sempre più decisa le donne, consentendo loro di partecipare pienamente ai processi decisionali, beneficiando delle loro conoscenze e del loro ruolo di responsabilità nella società," ha affermato ancora Tanja Fajon. "I cambiamenti climatici, oltre ad essere un'emergenza, rappresentano tuttavia anche un’opportunità destinata a consolidare o instaurare nuove partnership per la transizione verde, per lo sviluppo di nuove tecnologie e la ricerca di nuove soluzioni. Per la Slovenia", ha ricordato, "in quanto piccolo paese è fondamentale costruire partenariati in tutto il mondo; le sue linee chiave nella politica estera sono la solidarietà e il rispetto ed è con tale spirito che viene sviluppato e approfondita la partnership con l'Africa." Negli interventi dei ministri degli esteri dei paesi africani che hanno partecipato al dibattito è stata sottolineata l'urgenza di una collaborazione globale nella lotta ai cambiamenti climatici, ricordando che l'Africa non è responsabile di questi cambiamenti, ma ne sta pagando il prezzo più alto. Sono circa 300 i partecipanti ai lavori di Brdo. Per la Slovenia rappresenta un'importante occasione per promuovere la sua candidatura quale membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU nel biennio 2024-2025; il sostegno dei paesi africani è fondamentale.

Delio Dessardo