Foto: Vlada RS/Twitter
Foto: Vlada RS/Twitter

Il governo ha deciso di fare dietrofront per quanto riguarda l'indennità di 600 euro per i giudici e i pubblici ministeri annunciato poche settimane fa, anche se le questioni di una riforma generale del sistema giudiziario e quella degli stipendi dei dipendenti pubblici rimangono.
Alla ripresa dei lavori a inizio gennaio l'esecutivo di Robert Golob aveva deciso di erogare un aumento a giudici e pubblici ministeri, come incentivo per favorire la riforma di una maggiore efficienza del funzionamento e del processo decisionale nelle controversie amministrative che potesse avere il minor numero possibile di modifiche alle capacità del sistema giudiziario. Una riforma nella riforma dello snellimento del lavoro dei tribunali che, però, invece di colpire a salve, ha dato il via a un effetto domino, con una serie di richieste di aumenti da parte di diverse sigle sindacali della pubblica amministrazione, ma anche dei pensionati che sono scesi ieri in piazza a Lubiana in diverse migliaia.
Nelle intenzioni del governo il messaggio era chiaro: premiare e riconoscere competenze e merito per lavorare in modo ancor più spedito e accelerare cause e processi legali. Alla prova dei fatti, invece, la ministra della Giustizia, Dominika Švarc Pipan, si è presentata oggi in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri, per spiegare che l'ufficio legislativo e giuridico del parlamento ha consigliato di trovare soluzioni diverse.
Un tecnicismo che, però, non nasconde la questione principale, ovvero la riforma del sitema giudiziario che Švarc Pipan definisce urgente, anche per l'impatto negativo sull'efficienza e su altri parametri di un sistema giudiziario trascurato per decenni, con le istituzioni internazionali che segnalano l'impellenza di una riforma. E sullo sfondo, infine, preme sempre il dossier sulla riforma dei salari dei dipendenti pubblici.