Riferendosi alla lettera del premier, Janez Janša, ai leder Ue, in cui prende le difese di Ungheria e Polonia che hanno posto il veto sul bilancio pluriennale 2021-2027 dell'Unione europea, il presidente della Repubblica, Borut Pahor, ha affermato che è necessario rispettare l'accordo tra l'Europarlamento ed il Consiglio dell'UE che condiziona lo stanziamento dei mezzi con il rispetto dello stato di diritto. Secondo il presidente, una possibile nuova soluzione può essere ricercata soltanto attraverso una volontà politica condivisa nel dialogo inter-istituzionale. Pahor ha poi sottolineato che le elezioni del 2014, secondo Janša falsate da presunti brogli, erano legali e legittime, in conformità con le disposizioni della Costituzione slovena, come anche tutte le altre elezioni in Slovenia a partire dal 1990.
La missiva del premier intanto ha provocato forti reazioni sia tra le file della coalizione che dell'opposizione. Critici nei confronti di Janša anche alcuni eurodeputati sloveni.
Matej Tonin, leader di Nuova Slovenia, ha affermato che la lettera rappresenta soltanto il parere del premier, il governo, infatti, non si è espresso riguardo il contenuto.

Secondo Tomaž Gantar, capo ad interim del partito dei pensionati, DeSUS, la missiva di Janša "sicuramente non favorisce gli interessi dalla Slovenia e inserisce il Paese tra gli Stati problematici". Gantar ha inoltre chiesto un dibattito a riguardo.
Il Partito del Centro Moderno ha rigettato il contenuto della lettera e definito incomprensibili le affermazioni del capo del governo riguardo i presunti brogli elettorali nel 2014.
La Coalizione dell'arco costituzionale ha invitato i politici sloveni e la popolazione a rifiutare la politica di Janša, facendo appello ad un eventuale mozione di sfiducia nei confronti del premier. Il suo governo infatti ha creato danni irreparabili al Paese, ai suoi interessi strategici e ai cittadini stessi.
Tanja Fajon, leader dei Socialdemocratici, ha affermato che il primo ministro, in questo modo, mette in gioco la sicurezza dei cittadini, la loro salute, i posti di lavoro e il loro futuro.
Luka Mesec, coordinatore della Sinistra, ha sottolineato che il premier ha nuovamente "mostrato indifferenza per quanto riguarda gli interessi e la reputazione della Slovenia e dei suoi cittadini".
Per Marjan Šarec, a capo dell'omonima Lista, la lettera di Janša è soltanto un altro tentativo di distogliere l'attenzione della crisi-Covid, ormai sfuggita di mano, nel contempo rispecchia una sottomissione al premier ungherese, Viktor Orban.
Andrej Rajh, dalle file del Partito di Alenka Bratušek, ritiene che Janša, con il suo appoggio a Ungheria e Polonia, mette la Slovenia in una posizione difficile. Il partito SAB ha definito inaccettabile che il premier metta in discussione lo stato di diritto.
La lettera di Janša è stata recapitata anche ai presidenti del Consiglio e della Commissione UE, Charles Michel e Ursula von der Leyen, che per il momento non si sono espressi. La Commissione ha però confermato l'intenzione di von der Leyen di rispondere al premier sloveno.

E. P.

Foto: MMC RTV SLO/BoBo
Foto: MMC RTV SLO/BoBo