Il quartetto che annuncia una conferenza stampa per il pomeriggio da solo non ha i numeri per costruire una nuova maggioranza. L'idea di Damijan prevede, infatti, l'adesione di altri tre partiti che oggi fanno parte del governo di centrodestra di Janez Janša: non soltanto SMC e Desus che sette mesi fa hanno permesso al leader dell'SDS di salire al potere, ma anche i conservatori di Nuova Slovenia. Insomma, un arco costituzionale che dovrebbe impedire lo scivolamento della Slovenia nella democrazia illiberale come dice il promotore dell'iniziativa cofirmata da altri otto nomi noti, tra cui il filosofo Slavoj Žižek e la primadonna della primavera democratica degli anni 80 Spomenka Hribar. Restano fuori oltre all'SDS anche i nazionalisti di Zmago Jelinčič mentre l'invito a collaborare viene esteso ai ciclisti che sarebbero i rappresentanti delle proteste in bicicletta che si susseguono ogni venerdì da 24 settimane a questa parte. La coalizione dell'arco costituzionale darebbe vita non a un governo tecnico, ma politico a tutti gli effetti. Jože Damijan ribadisce che bisogna agire subito e si dice pronto ad accettare l'eventuale mandato. L'attuale governo si legge nel documento non soltanto non è all'altezza dei problemi reali ma sta anche andando contro la costituzione con il rischio che la Slovenia diventi uno stato autoritario e una societa' senza futuro. Jože Damijan fu ministro per lo sviluppo nel primo governo Janša, ma dopo soli tre mesi finì per dimettersi. All'epoca era seguace della scuola neoliberista, assieme ad alcuni colleghi chiamati giovani economisti e il suo ritiro fu la conseguenza della mancata adozione della flat tax, l'aliquota fiscale unica da lui proposta. Dopo la crisi finanziaria del 2008 ha rivisto le proprie posizioni avvicinandosi anche politicamente al centrosinistra.
Boris Mitar