Foto: BoBo
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Per ora, la lunga corsa del centrosinistra verso la riconquista del governo è fermata a quota 42. Tante sono le firme depositate a supporto della mozione di sfiducia. La Coalizione dell’Arco Costituzionale aveva comunicato a tessere la tela per defenestrare Janša già mesi fa. All’epoca era stato tirato fuori dal cilindro l’economista Jože P. Damijan, ma l'ex ministro di Janša è stato rottamato dopo il ritorno di Karl Erjavec alla guida del Desus. A quest'ultimo è stata immediatamente offerta la poltrona di premier nella speranza che potesse portare in eredità il pacchetto dei parlamentari del suo partito ed anche che riuscisse a trovare gli altri due voti mancanti per far crollare il governo. Le manovre per ora non sono andate benissimo: si partiva dal sostegno potenziale di 44 deputati, ma per strada se ne sono persi due. A mancare sono proprio le firme di due uomini del Desus: Robert Polnar e Branko Simonovič. Il primo è già stato cacciato dal partito, mentre il secondo ha detto di non poter sottoscrivere un documento pieno di critiche sulla gestione della pandemia, considerato che proprio al Desus era stato affidato il ministero della Sanità.

Erjavec spera comunque di trovare nel segreto dell’urna i quattro voti che gli mancano. Gli occhi sono puntati sui deputati del Partito del Centro Moderno, che insieme al Desus, in questo mandato ha fatto il tergicristallo tra coalizioni di centrosinistra e centrodestra. Tutto dipenderà, però, anche da cosa decideranno di fare i gruppi parlamentari, che in questi casi per evitare i franchi tiratori spesso non fanno nemmeno ritirare le schede per il voto.

Sta di fatto che la pressione nei confronti dei deputati è alle stelle. Simonovič si immediatamente beccato la sua dose di insulti e minacce, tanto che sono addirittura comparsi manifestini con la sua faccia e la croce uncinata. Stesso trattamento anche per l’altro deputato isolano Gregor Perič. Entrambi hanno detto di aver presentato denuncia alla polizia.

Intanto il confronto tra le forze politiche è alle stelle ed oramai si spara ad alzo zero. Per il centrosinistra si tratta di togliere il paese dalle mani dell'attuale premier e da quelle che sarebbero le sue derive autoritarie, mentre per Janša la mozione di sfiducia non sarebbe altro che una patetica manifestazione odio ideologico verso chi la pensa diversamente. Il tutto naturalmente è condito da reciproche accuse per l’andamento dell’epidemia.

Stefano Lusa