Foto: Reuters
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Per Pechino esiste una sola Cina e Taiwan è parte del territorio cinese. Un principio che le due realtà interpretano in maniera differente, tanto che la piccola isola nazionalista è considerata da Pechino una provincia ribelle. Nell'intervista alla Tv indiana Janez Janša aveva annunciato l'intenzione di aprire una rappresentanza a Taiwan. "Non di tipo diplomatico", aveva precisato, ma ad irritare Pechino è stato il sostegno del premier sloveno a un'eventuale indipendenza dell'isola. La Cina ha protestato immediatamente e dopo la reazione diplomatica è passata a quella economica. Il consiglio d'affari sloveno-cinese, gestito dalla Camera del Commercio della Slovenia, riferisce che alcune società slovene che operano sul mercato del Dragone hanno ricevuto disdette di contratti di acquisto, cancellazioni di vendite fisiche o online di prodotti, e talune hanno visto il ritiro di partner cinesi e relativi investimenti commerciali già concordati. Intanto, tre partiti di opposizione, Socialdemocratici, Lista Šarec e Partito Alenka Bratušek, hanno presentato la richiesta per la convocazione di una sessione urgente della Commissione Affari Esteri del Parlamento, da tenersi a porte chiuse. Ritengono che le dichiarazioni di Janša possano avere implicazioni a lungo termine per le relazioni con i paesi asiatici e non sono coerenti con la strategia di politica estera a lungo termine della Slovenia, inoltre ritengono che la Camera di stato sia l'unica a potersi esprimere sugli orientamenti di politica estera del Paese. "A subire ora il contraccolpo delle dichiarazioni unilaterali del capo del governo sono le aziende slovene che operano sul mercato cinese" - ha sottolineato il deputato Matjaž Nemec dell'SD. Secondo il quale Janša ha ignorato che la Slovenia subito dopo lo scoppio della Pandemia di Covid 19, abbia ricevuto proprio dalla Cina i primi aiuti, in un momento in cui l'Europa non era in grado di fornire materiale protettivo per far fronte alla pandemia. Inoltre, Nemec ha sottolineato che la Slovenia sta chiedendo di diventare membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per il quale abbisogna dell'appoggio, ossia dei voti dei rappresentanti africani e dei Paesi asiatici, dove la Cina ha una notevole influenza.
Andrej Rajh, deputato del SAB, ha definito arbitrarie e inaccettabili le dichiarazioni del primo ministro e a tutto discapito della Slovenia, e ricordato che la Cina è un partner economico molto importante, dove si esportano merci per un valore di 280 milioni di euro.
Nik Prebil, della Lista Šarec, ha detto che il premier con le sue dichiarazioni tutt'altro che sagge ha bypassato le competenze della Camera di Stato e del Ministero degli esteri che era all'oscuro della questione.


Corrado Cimador

Slovenija-Kitajska Foto: BoBo
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