L’evento è stato preceduto da una valanga di commenti sui social incentrati sull’opportunità o meno di ospitare il leader dell’SDS, molti per dire il vero pure a difesa della pluralità di opinione ed espressione. La polemica ha pure coinvolto i comitati locali dei partiti SDS e Sinistra-Levica, questi hanno addirittura invitato la direzione del Teatro a negare l’ospitalità a Janša. La direttrice dell’Istituzione, Katja Pegan, facendo riferimento al diritto costituzionale di libertà d’opinione non ha nascosto che ogni evento che porta ulteriori fondi al Teatro è il ben accetto. Il consigliere comunale capodistriano dell’SDS, Jure Colja, promotore dell’evento nel discorso introduttivo ha spiegato “ che nel 2015 l’Europa è stata al centro di una crisi migratoria, l’SDS ha ricordato che se l’Europa non l’affronterà in modo responsabile le conseguenze saranno irreparabili, "quando abbiamo posto all’attenzione questo problema siamo stati bollati come dei fascisti , xenofobi e intolleranti per il semplice fatto di aver posto all’attenzione una serie di problemi legati alla sicurezza della nostra patria e dei nostri figli, perché desideriamo la sicurezza e distinguere chi viene legalmente in cerca di lavoro e accetta la nostra cultura, rispetta le leggi e chi invece non lo fa” ha detto Colja. Accolto con applausi scroscianti dalla sala gremita di sostenitori, Janez Janša ha posto all’attenzione la distinzione tra migrazioni sociali, economiche e legate alla sicurezza, rimarcando la differenza tra i rifugiati, i lavoratori migranti e quelli che rappresentano il maggiore dei problemi, ovvero quelli che abbandonano le famiglie per vivere alle spese di paesi terzi, “persone che non si adatteranno mai alla società slovena, ma faranno di tutto per imporre il loro stile di vita”. Secondo il leader SDS, inoltre, i media hanno la colpa di utilizzare il termine generico di “migrante” per non distinguere tra le diverse tipologie con l’obiettivo di alimentare il “marxismo culturale” che ha come fine ultimo quello di smantellare una nazione, mentre le sinistre europee, e qui ha fatto l’esempio della tedesca SDP, attuano politiche di accoglienza per aumentare la loro base elettorale.
Janez Janaša: "Ci sono la migrazione e la migrazione illegali, le migrazioni fanno parte della storia umana e lo faranno anche in futuro. Tuttavia, l'immigrazione clandestina, vale a dire l'arrivo di coloro che non sono invitati, minacciano la sicurezza, l'ordine sociale e l'economia, ha detto Janša. "La Slovenia ha attualmente un grosso problema con l'immigrazione clandestina, così come la maggior parte dell'Europa, ma poiché ci troviamo sulla rotta balcanica molto rafforzata e dove non siamo il Paese più grande d'Europa, questo è un ulteriore problema per noi". "Secondo le statistiche l'anno scorso sono stati registrati oltre 60.000 attraversamenti illegali, possiamo dedurre che il numero di attraversamenti illegali è stato almeno tre volte superiore e che i paesi vicini e l'intera Unione europea", dice Janša, "soprattutto ora che siamo vicini alle elezioni del Parlamento europeo di giugno, stiamo inasprendo la politica migratoria, questa minaccia è in aumento ed è aumentata in termini di sicurezza, sia sociale che economica e il tempo a disposizione del governo per agire sta per scadere".

Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter
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