Presenti alla riunione anche il Presidente della Repubblica, Borut Pahor, diversi ministri, il direttore dell'intelligence slovena, Rajko Kozmelj, e un rappresentante del principale partito di opposizione, l'SDS. Nessuna dichiarazione al termine del dibattito, soltanto un comunicato in cui si condanna qualsiasi tentativo di condizionare la libertà di espressione e di azione dei media sloveni. La Croazia si astenga in futuro da ogni iniziativa in contrasto con i valori dell'Unione Europea, lo stato di diritto, la tutela dei diritti umani e delle libertà.

Ancora prima della riunione, il Ministro degli Esteri, Miro Cerar, aveva definito inammissibili le ingerenze da parte croata, riferendosi alle pressioni sui media sloveni, dopo la scoperta che la Croazia le ha fatte sulla TV commerciale POP TV, affinchè non rendesse noto il nome del responsabile delle intercettazioni telefoniche. "La Slovenia non si lascerà intimidire", ha detto Cerar, "la libertà di stampa e di parola sono fondamentali". Il Ministero degli Esteri ha convocato l'ambasciatore croato Boris Grigić e ha richiamato per consultazioni l'ambasciatrice di Slovenia a Zagabria, Smiljana Knez. Ministero che, a seguito dell'incidente di qualche settimana fa nel Golfo di Pirano, ha sollecitato anche la convocazione del coordinamento politico sul tema dell'attuazione della sentenza di arbitrato che, si ribadisce, è vincolante pure per la Croazia, nonostante il suo rifiuto di accettarla.

Intanto il mondo politico sloveno commenta in modo diversificato la scoperta del responsabile delle intercettazioni e le pressioni sull'emittente commerciale POP TV. Intercettazioni che non sorprendono più di tanto, si condanna invece in modo deciso l'ingerenza sui media. La maggior parte delle forze politiche si mostra comunque cauta e attende la riunione del Comitato parlamentare per il controllo sui servizi di sicurezza e di informazione, quando si discuterà anche del caso intercettazioni durante l'arbitrato.

Ed è arrivata la reazione del governo croato, che nega in toto tentativi di pressione sui media sloveni. Il consigliere del premier Plenković, Robert Kopal, ha smentito anche il coinvolgimento dei servizi di sicurezza croati nelle intercettazioni dei due rappresentanti sloveni nella Corte di arbitrato, Jernej Sekolec e Simona Drenik. Gli stessi servizi di intelligence hanno cercato di smentire quanto affermato dall'emittente slovena circa pressioni per non pubblicare la notizia della scoperta dello 007 responsabile delle intercettazioni sul caso arbitrato, individuato come Davor Franić, dell'agenzia di controspionaggio, sicurezza e informazioni.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO/BoBo
Foto: MMC RTV SLO/BoBo