Nell'incontro a Bruxelles Šarec ha chiesto alla Croazia di astenersi in futuro da atti di questo genere, che non rientrano nello spirito dell'Europa comunitaria. "Come stato sovrano abbiamo espresso il nostro dissenso nei confronti di questi comportamenti. La sentenza della Corte di arbitrato va implementata", ha ribadito Šarec. Ha illustrato a Plenković quella che è la posizione della Slovenia e il premier croato ha preso nota di quanto sentito. Il governo di Zagabria aveva già in precedenza respinto tutti gli addebiti mossi da Lubiana in merito alle intercettazioni e alle pressioni che sarebbero state esercitate sull'emittente POP TV. Plenković è tornato a insistere su un confronto bilaterale tra i due paesi per risolvere la vertenza confinaria e le altre questioni aperte. Come ripreso dall'agenzia Hina, Plenković ha valutato che non bisogna drammatizzare quanto successo, riferendosi alla vicenda intercettazioni-pressioni sui media, e ha liquidato il tutto includendolo in un clima prelettorale, in vista delle europee di fine maggio.

Intanto, il Ministro della Difesa e leader del Desus, Karl Erjavec, alla guida della diplomazia quando scoppiò lo scandalo delle intercettazioni, saluta la decisione della commissione parlamentare per il controllo sui servizi di informazione e di sicurezza di riaprire l'inchiesta sul caso arbitrato e di ascoltare Simona Drenik, rappresentante del governo durante il processo di arbitrato, che non avrebbe rispettato le raccomandazioni dei servizi segreti sloveni, i quali avevano messo in guardia il Ministero degli Esteri sui rischi di intercettazioni. Sarebbe però giusto ascoltare anche l'ex giudice sloveno nella Corte, Jernej Sekolec, ritiene Erjavec, che si attende a sua volta un invito della commissione.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO/EPA
Foto: MMC RTV SLO/EPA