Foto: AP
Foto: AP

Nonostante la brutta figura fatta lo scorso anno con il caso Ischgl in alcune località sciistiche d’oltralpe anche per questa stagione si è deciso di continuare a fare i furbi accogliendo comitive di fantomatici maestri di sci provenienti dalla Gran Bretagna e dal Nord Europa. La normativa in vigore, infatti, permette l’entrata nel paese e il soggiorno nelle località montane agli sciatori agonisti che devono allenarsi e ai professionisti del settore, tra i quali rientrano logicamente anche i maestri di sci.

Così a Jochberg ma anche St. Anton am Arlberg (già nota alle cronache per il focolaio dello scorso anno) appartamenti e piste da sci hanno spalancato le loro porte a comitive di britannici, svedesi e danesi impegnati in corsi di formazione; oppure come nel caso di un gruppo proveniente dal Regno Unito ed entrato dal confine svizzero alla ricerca di un lavoro come lavapiatti o spalaneve nelle più rinomate località sciistiche austriache. Una storia, quest'ultima, che è stata raccontata dal quotidiano britannico “The Sun”, che ha anche parlato di “non stop party”, ai quali testimoni locali dicono partecipino dalle 30 alle 40 persone; che spesso, vista la chiusura dei locali, si ritrovano in fienili adattati per l’occasione.

Stessa situazione nel salisburghese dove si è addirittura tenuto un corso per 152 maestri di sci inglesi, con tanto di focolaio di ordinanza, visto che 76 dei partecipanti sono risultati positivi alla SARS- Cov2 e si trovano ora in quarantena.

Per ora in Austria si fa spallucce e nei Land incriminati si continua a chiudere un occhio o anche due su queste violazioni, perché la stagione turistica invernale deve andare avanti ed alle conseguenze si penserà più avanti, nonostante la pandemia continui a imperversare nel paese.

Barbara Costamagna