QUANTO E' VERO IDDIO SE QUANDO FINISCE LA PANDEMIA NON VI VEDO CORRERE VI PRENDO A CALCI...

Manca un pezzo, ma il messaggio è chiaro: la citazione proviene da un cartello affisso dal Comune di Buccinasco, ridente località della cintola del milanese. In realtà è una bufala, ma da una parte piace pensare che sia vero: il tono per far presa sulla popolazione è verosimilmente giusto. Viviamo in un'epoca nella quale la priorità è la salvaguardia della salute pubblica, tutelabile sostanzialmente rimanendo a casa, uscendo il meno possibile, tenendo le distanze e coprendosi la bocca e il naso, potendo con delle mascherine. Questo al momento ci dice la scienza.

L'Italia rimane uno dei paesi più colpiti da questa pandemia: fino a questo momento ha ucciso oltre 15.000 persone in poche settimane. Tradizionalmente però sappiamo che la maggior parte del numero di morti nel paese è legata a problemi del sistema cardio-circolatorio. In effetti, sappiamo che l'Italia è uno dei paesi con i più bassi tassi di attività fisica e sportiva in Europa. E che al contempo vanta una delle tradizioni culinarie più ricche e variegate al mondo. Mangiare tanto e muoversi poco genera problemi sull'organismo, che si traducono in problemi e costi per il sistema sanitario pubblico. Benessere infondo significa anche trovare un compromesso tra dieta e attività fisica. Cosa particolarmente complicata in regime di quarantena.

Al di là dei campioni, che ci mostrano quotidianamente i loro allenamenti e sacrifici via social (dimostrandoci che la loro esistenza non è solo trofei, guadagni, follower e bella vita), in tanti provano a tenersi in forma allenandosi "a distanza", seguendo istruttori più o meno qualificati. Ma può essere una prassi controproducente. Nel senso che un istruttore in una palestra vede come ciascuno esegue gli esercizi, per cui può intervenire correggendo gli errori o invitando a ridurre/aumentare i ritmi. Inoltre gli spazi domestici non sono necessariamente idonei per allenarsi, per cui il rischio di farsi del male, specie se non si è consci del proprio corpo e dei propri limiti, è considerevole.

Gli effetti di questo isolamento sul corpo e sulla mente saranno tutti da scoprire. In linea teorica, chi si allena trascorre il tempo in modo costruttivo: in fondo fa del bene sia a se stesso, scarica tensione e tiene allenato il proprio corpo, che agli altri, perché contribuisce ad alleviare i carichi sulla sanità pubblica. In realtà però qualsiasi allenamento può portare a un infortunio, che può comportare un ulteriore intasamento del sistema sanitario, già in difficoltà perché sotto pressione. Qualsiasi contatto umano può potenzialmente portare a positività, che significa magari divenire portatori di un virus potenzialmente letale, sia per noi che per chi ci sta accanto.

Rimaniamo tranquilli, restiamo a casa. Magari alleniamoci, ma con moderazione. E se stiamo soffrendo, ricordiamocene quando tutto questo sarà finito. A quel punto, torniamo in palestra, in piscina, nei club sportivi per allenarci e divertirci, non solo per postare storie su Instagram. Torniamo a emozionarci per lo sport di tutti i livelli senza fare i complottisti della domenica. Andiamo nelle associazioni, nei locali pubblici e partecipiamo, interagiamo, godiamoci la compagnia degli altri.

Questo virus in fondo non discrimina gli esseri umani: a modo suo, vede solo le analogie tra i membri della famiglia umana. Se quando tutto ciò sarà finito riusciremo a concentrarci sul benessere del nostro organismo e sul vedere negli altri persone con più analogie che differenze rispetto a noi, avremo davvero fatto in pieno qualcosa di buono per l'umanità.

Per cui il non messaggio del Comune di Buccinasco, in fondo, sarebbe stato ragionevole.

Antonio Saccone

Foto: Radio Capodistria/Antonio Saccone
Foto: Radio Capodistria/Antonio Saccone