Foto: Reuters
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Lo sbarco di Novak Đjoković in Australia si è trasformata in un’autentica telenovela. Il trentaquattrenne tennista serbo è rimasto bloccato per sei ore all'aeroporto e poi interrogato per altre tre ore e mezzo dentro una stanza, separato dal suo staff. Al tennista, non vaccinato, era stato concesso di partecipare al torneo del grande Slam con un'esenzione medica. Ma le autorità aeroportuali gli hanno negato il visto d'ingresso per violazione delle regole australiane contro la diffusione del Covid. I legali del tennista sono intervenuti e la parola è passata al Federal Circuit and Family Court. Il giudice Anthony Kelly si è riservato di esaminare il caso, l'eventuale epilogo si avrà verosimilmente solo lunedì quando è prevista l'udienza finale. Il premier australiano Scott Morrison ha già chiarito che Đoković, in caso di documentazione incompleta, verrebbe rispedito a casa. Nel frattempo, Djoković e il suo staff sono stati trasferiti al Park Hotel di Melbourne, struttura riservata alla quarantena. Qui dovrà attendere l'esito del ricorso e relativa sentenza. L'albergo è tutt'altro che una struttura di primo livello, infatti, le autorità australiane se ne servono per detenere rifugiati e i richiedenti asilo. Intanto, numerosi manifestanti si sono radunati davanti all'albergo, per lo più esponenti della diaspora serba, giunti a sostenere il miglior tennista del mondo. Sul posto anche molti manifestanti per i diritti umani che denunciano le pessime condizioni nell'albergo e l'ostile politica di immigrazione del governo. L'hotel è stato convertito allo scopo nel dicembre 2020 e molti ospiti attendono da allora un visto per entrare nel Paese. Lo stesso albergo è stato a più riprese ai primi posti delle cronache di molti media australiani, sia per la pessima qualità del cibo servito, sia per le condizioni igieniche, e persino quale focolaio di contagi di coronavirus, con più di 20 casi accertati. Lo stesso ministro della salute dello stato di Victoria, Martin Foley, poco tempo fa aveva confessato al Guardian la sua preoccupazione per la situazione nella struttura, dove sarebbero anche scoppiati due principi di incendio. Addirittura, un altro media l'Australian SBS News aveva pubblicato una foto che ritraeva il cibo servito ai richiedenti asilo contenente vermi e muffe.

Corrado Cimador