Marc Marquez campione iridato Moto GP Foto: AP
Marc Marquez campione iridato Moto GP Foto: AP

PERNAT: Si, beh, che abbia vinto il migliore sono abbastanza d'accordo anch' io, è un fenomeno generazionale. I fenomeni nascono ogni 20 anni. 20 anni fa nacque Valentino e, adesso è il momento di Marquez. È chiaro che lui ha una guida che io non ho mai visto nel campionato mondiale, nella mia esperienza di 40 anni. Marquez un po' al di sopra delle righe lo è in effetti; credo altresì che ci siano due Marquez: uno corre durante le prove e cade veramente tanto, ha il record di cadute di tutti i tempi. Più di 30 all'anno, specialmente nelle prove e, meno male per lui; poi c'è il Marquez vero ed è quello che corre, che vediamo nei Gran Premi e, questo sta un po' più attento, cade raramente, una volta due al massimo. È evidente che i due Marquez, si stanno avvicinando. Nel momento in cui ciò avverrà sarà ancora più difficile batterlo. Marquez cerca di combattere anche le leggi della fisica, dico sempre che lui è un pilota che non cade anche quando è caduto. Però alle volte nelle gare fa degli interventi che vanno un po' aldilà, non dico della sportività, ma del rispetto degli altri perché' ho visto delle entrate su Valentino, su altri piloti, francamente un po' al di sopra delle righe però questo è il suo modo di correre. È nel suo DNA. Non credo cambierà mai, piace cosi, vince e secondo me, in futuro i titoli mondiali di Valentino molto probabilmente li supererà e quindi dobbiamo pensare che sarà, anche nei prossimi anni l'uomo da battere. Quando alla moto, alla Honda, è buona ma non ritengo sia la miglior moto.

Alle spalle di Marquez hanno chiuso Dovizioso e Rossi. Desmodovi non ha disputato certo una brutta annata, anzi, sperava forse di combattere fino alla fine per il titolo con Marquez ma gli zero di Jerez, Le Mans e Barcellona hanno fatto mangiare le mani al pilota romagnolo nonostante un avvio complicato, insomma, il suo bottino parla di 4 vittore, 3 secondi posti e due terzi, in poche parole un andamento positivo. L'amaro in bocca certo rimane.

PERNAT: Rimane, perché' onestamente la Ducati è la moto di riferimento. Dovizioso negli ultimi due anni ha fatto un grosso salto di qualità, non ha disputato campionati mondiali straordinari, però con una moto, che anche lui ha contribuito a sviluppare, con questa Ducati si è trovato molto bene. Dovi, ha patito un po' il discorso del rinnovo del contratto dell'anno scorso e la Ducati ha un po' sbagliato. Mi spiego, quando Dovi ha finito la stagione due anni fa, l'aveva finita in crescendo giocandosi il Mondiale fino all' ultimo Gran Premio ma la Ducati ha impiegato 4 mesi per rinnovargli il contratto, mentre, secondo me, l'avrebbe dovuto fare subito. Lì, se ricordate bene, infatti le prime gare, a parte la prima, non sono andate benissimo, poi quando e' arrivata la firma, mi ricordo, cadde per eccesso di confidenza, fece un errore, peccato perché' con quella moto li si poteva giocare anche il mondiale e speriamo che lo faccia il prossimo anno, d' altronde le caratteristiche ci sono, la voglia c'è per cui lo mettiamo anche lui nel novero degli anti Marquez.

Sul terzo gradino del podio finale, ha poggiato i piedi Valentino Rossi. Per il 9 volte campione del mondo non si tratta certo di una stagione da mettere in cornice, anzi, ma il dottore ha notevoli attenuanti prima su una moto in notevole difficoltà lungo quasi tutto il corso dei 18 gran premi. Nei rari casi nei quali la M1 si è dimostrata accettabile è stato in grado di salire sul podio, del resto l'ha fatto in 5 occasioni ma sostanzialmente questo il 2018 andrà messo alle spalle in fretta.

PERNAT: Concordo, se la moto fossa stata a posto Valentino era li. Probabilmente, non so se Marquesz sarebbe stato battuto, non lo so proprio. Vale c'è tutto ancora, 40 anni, però è allenato fisicamente, è prontissimo di testa, ha una voglia matta di arrivare a questo decimo titolo, che è un po' come l'Araba fenice, difficile da prendere. Diciamo che lui è stato molto costante, se la Yamaha fosse stata a posto, sono convinto che qualcosa di più avrebbe fatto. Uno o due Gran Premi a casa se li sarebbe portati. È evidente che combatti con un ragazzo, con un fenomeno di 25 anni e lui ne ha 40, può avere la carta di identità taroccata, come dico io, perché' Vale non dimostra certo 40 anni, però è chiaro che confrontarsi con un 25-ene non è la cosa più semplice al mondo anche per un fuoriclasse come lui. Vale stesso lo ha ammesso: uno può ancora migliorare ma a 40 anni è pressoché impossibile. Devi tenere quel livello se ci riesci, quindi è una battaglia difficilissima però Vale ci ha abituati, lui è "un animale da gara", anche quando la moto, a volte non va. In gara però fa delle cose incredibili; nelle ultime ad esempio come la Malesia era sua, se non fermavano la gara vinceva. Quindi è chiaro che sta andando con un ritmo talmente alto che evidentemente qualche errore in più ci può stare. Però Valentino sarà della partita se la Yamaha sarà a posto.

La Top-ten finale della Moto Gp si chiude con Andrea Iannone, in decima posizione, 4 podi totali, un bottino decoroso ma il pilota di Vasto ha saputo centrare anche diverse sessioni nel corso della stagione dando la sensazione di aver preso per mano una Suzuki lacunosa fino a portarla a buoni livelli. Il prossimo anno inizierà la sfida in Aprilia e non sarà certo semplice, tutto da rifare.

PERNAT: Purtroppo tutto da rifare, perché francamente quest' anno con la Suzuki non è andato male. Onestamente la moto è cresciuta tanto, la casa giapponese ha lavorato bene specialmente da quando è giunto Guintoli a fare il tester, questa è stata un'ottima scelta, una persona molto in gamba, ha vinto un mondiale super-bike, sa andare forte, conosceva la Suzuki, è stato riconfermato come tester, e alla fine la moto ha fatto un bel salto in avanti. È un peccato che questo matrimonio finisca però Andrea paga certi comportamenti dalla stagione scorsa nei box, che non sono stati certo molto professionali e purtroppo i giapponesi, quando c'è un po' di maretta preferiscono chiudere la maretta, ecco. D'altronde sono scelte che ognuno fa, chiaro che adesso è arrivato in Aprilia. Credo che la moto di Noale o "vive o muore" sportivamente perché adesso è il momento di fare il salto in quanto finora non ha dimostrato di essere una moto competitiva. Diciamo che è stato tutto rifondato, è stato preso un collaudatore come Bradley Smith, sono stati cambiati tutti gli uomini del Team, è venuto Fabrizio Cecchini che era capo tecnico di Gresini, è venuto un ottimo telemetrista che era prima in Suzuki e della Ducati quindi, insomma, è un po' una casa da rifare dalle fondamenta. Ci vorrà un po' di tempo secondo me però è chiaro che a questo punto servono anche i mezzi finanziari. Per rifare una moto serve investire, pertanto nei prossimi due anni o l'Aprilia vive o l'Aprilia muore sportivamente con Iannone. Sicuramente la voglia di investire c'è, se i risultati non arriveranno sarà molto difficile; secondo me fra 3 anni sarà arduo vedere l'Aprilia su un campo di gara. Questa è la mia opinione.

L'Aprilia a tale scopo ha nominato anche un nuovo direttore sportivo direttamente dalla Ferrari, Massimo Rivola, il che forse dice la sua....

PERNAT: Si fa parte di quel investimento che si diceva, adesso è il momento di fare il salto di qualità. E nel mondo della Moto Gp serve tanta qualità e non è facile. D'altronde il tecnico Romano Albesiano che conosco dai tempo della Cagiva, aveva troppe responsabilità, era solo, non poteva gestire sia la moto, i contratti dei piloti che la gestione sportiva, era abbastanza impensabile. Giusto aver fatto la scelta di Rivola; è chiaro che le moto non sono le auto, la dinamica è diversa, però sono convinto che tutti questi cambiamenti porteranno a qualcosa di positivo. Anche la voglia di Andrea di prendersi delle rivincite sarà determinante, adesso comunque è presto per parlarne, bisogna aspettare le prove di febbraio di Sepang e del Qatar per capire anche come e quanto la casa di Noale ha lavorato durante l'inverno.

Pure Moto 2 e Moto 3, hanno regalato emozioni a non fine nel 2018. In Moto 2 ha trionfato Francesco Bagnaia, 21 anni torinese al secondo anno in Moto 2 ha portato a casa il titolo, del resto con una gara d' anticipo, una stagione da incorniciare per lui.

PERNAT: Bel pilota. Mi ricorda molto Biagi dei primi tempi, quando correva su un binario sempre preciso, sempre costante, abbastanza cattivo sportivamente. Bisogna dire grazie anche a Valentino Rossi che ci ha visto bene, infatti, Bagnaia gareggia per il suo team SKY Racing VR46 ed è già il secondo mondiale che si porta a casa, uno come pilota e uno come Team. Bagnaia è uno forte, sta sicuramente in un team adatto perché la Pramac ha cresciuto molti giovani, è un po' la "cantera" ("cava" in spagnolo - per indicare le scuole giovanili ndr) della Ducati. C' 'e passato Iannone, c' 'e passato Petrucci, insomma ci son passati dei piloti giovani molto bravi, cresciuti che poi son passati alla casa madre. Credo che Bagnaia sia uno su cui puntare. Il primo anno certo non sarà facile perché' il passaggio dalla Moto 2 alla Moto GP è complicato, però questa moto è una bella moto, e la Pramac ha praticamente una moto ufficiale e una semi ufficiale. È chiaro che l'ufficiale viene data a Miller, la semi ufficiale a Bagnaia però ho l'impressione che Bagnaia sarà più veloce di tutti nell' apprendere la Moto GP, e a metà stagione lo vedremo certamente tra i primi 10.

In Moto 2 ci sarà quindi più spazio per i vari Baldassari, Pasini e Corsi.

PERNAT: Beh, in Moto 2 adesso son passati tutti quelli della Moto3 e, davvero una bella infornata. C'è Bastianini, c'è Bezzecchi, Martin, Di Giannantonio, son passati tutti, hanno fatto bene perché come tutti sanno quest' anno si parte da zero con i motori Triumph e con l'elettronica. Questa è una cosa importante, praticamente la Moto 2 cambia tutta. E' giusto perché finalmente la Dorna darà vita a una moto che si pone a metà fra la Moto 3 e la Moto GP. Una vera classe intermedia. Ci sarà l'elettronica della Marelli, non ci sarà il traction control, e secondo me è giusto in quanto abbastanza complicato. Sarà una moto impegnativa per cui chi esce con quella moto e vince è un po' come la vecchia 250. La Moto 2 finora era una moto francamente un po' deludente specie per chi passava poi nella Moto GP, per assaporare dei buoni risultati doveva lavorare due anni, con questa sarà più facile.

Chiudiamo con la Moto 3. Davvero entusiasmante. 8 piloti hanno vinto, in 17 addirittura sono saliti almeno una volta sul podio. A vincere il titolo è stato il 20-enne Jorge Martin, del resto ex compagno di squadra di Bagnaia.

PERNAT: Beh, direi la Moto 3 è stata una bellissima "invenzione", dove sono entrate le case, l'ultima la KTM, ci sono dei bei motori, belle moto, e soprattutto fa crescere molto i giovani. Sono talmente competitive che hanno portato, come dicevi, tanti piloti al successo, anche perché è una classe dove il pilota fa un po' più la differenza che da altre parti. È bella terapeutica, performante a livello professionale, fa crescere i giovani, tanto da suggerire il passaggio del pilota, dalla Moto 3 alla Moto GP, come il caso Miller senza passare per la Moto 2 che francamente era una moto abbastanza inutile, quindi è stata un'ottima invenzione. Una bella moto che annovera tantissimi giovani italiani che verranno fuori anche in futuro e questa per me è una cosa molto positiva, in quanto i vari Bezzecchi, Bastianini, Di Gian Antonio, e compagnia bella sono pilotini che tra qualche anno vedremo in Moto GP, con tante chance di fare delle belle cose.

In moto 3 il prossimo anno rivedremo anche Romano Fenati. Il marchigiano era stato allontanato dalle corse dopo che a Misano aveva tirato la leva del freno in pieno rettilineo al compagno Stefano Manzi. Carlo Pernat non ha dubbi a riguardo ma allo stesso tempo e concorde con dare al ragazzo un altra chance.

PERNAT: Beh, sì. Lui francamente ha fatto una cosa che non doveva assolutamente fare, l'ha pagata, è giusto che non abbia corso più per tutto l'anno. Secondo me, però non era giusto tagliargli la carriera. Ha fatto un po' "i servizi sociali", come dico io, ora tocca a lui. Certo il suo team gli dà un'ultima chance, perché aveva deciso di non farlo più correre, se vi ricordate. Ora tocca a lui rimettersi un attimino in pista non solo con la forza, perché è un gran talento, ma anche con la testolina. Se commetterà altri errori del genere la sua carriera non avrà futuro. Peccato perche lui è veramente forte, è un pilota talentuoso un pilota che secondo me in Moto GP potrebbe andare molto forte però si deve dare una regolata perche quello che ha fatto, francamente meritava i 6 mesi di squalifica.

Corrado Cimador