Foto: TV SLO
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Il venticinquenne ciclista sloveno Tadej Pogačar è una vera e propria azienda come testimonial di scarpe, caschi, occhiali; non è un caso che, oltre a condurre la classifica del ranking dell'Unione Ciclistica Internazionale (UCI), primeggi anche in quella dei più pagati nel mondo delle due ruote a pedali.

La graduatoria compilata dalla Gazzetta, che ha contattato diverse fonti qualificate, non è comunque esaustiva di ogni introito.
Pogačar oltre che un fenomenale atleta si sta dimostrando anche un personaggio capace di catalizzare le attenzioni degli sponsor. Tra le più recenti proposte giunte al campione sloveno quella di un'azienda telefonica cinese, che è stata però rifiutata, anche se gli agenti italiani di Pogačar che ne curano gli interessi hanno spiegato che a breve verranno aperti dei canali social di Tadej in lingua cinese. Pogačar ha inoltre molte intese personali con varie aziende, come ad esempio con il marchio di scarpe Dmt, che gli frutterebbe attorno ai 250mila euro annui. Poi i caschi Met, Enervit, la ditta di acque croate Jana, Plume, ditta californiana legata al wi-fi ed alcune aziende slovene, come l'Ufficio del turismo ed una catena di supermercati che ha dato il suo nome ad un panino. Al salario lordo va quindi aggiunto circa un milione di euro a stagione. Gli specialisti del settore assicurano che nessun altro ciclista prima abbia avuto un richiamo così forte per i brand, tanto da poter essere considerato come il più universale, versatile e trasversale a livello comunicativo.

Il secondo posto di questa particolare classifica è occupato da un altro ciclista sloveno, il trentaquattrenne Primož Roglič. L'ultimo vincitore del Giro d'Italia, nel 2023 ha ottenuto guadagni per una stima di 4,5 milioni di euro.

Terzo posto per il danese Jonas Vingegaard, seguito dall'"Olandese volante" Mathieu van der Poel, che deve parte dei suoi guadagni anche al ciclocross.

Non ci sono invece italiani nei primi dieci, il primo azzurro in questo caso è Filippo Ganna, che comunque si attesta sui 2,3 milioni di euro.

Davide Fifaco