Foto: AP/dpa
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Per la prima volta uno stato medio-orientale ospita i Campionati Mondiali di calcio. La scelta del Qatar come sede di una delle più importanti e seguite manifestazioni sportive ha destato molte proteste, legate alle condizioni dei lavoratori, spesso migranti, impegnati nella preparazione della manifestazione, tanto che i dati su vittime e feriti testimoniano la penuria, talvolta l'assenza di garanzie di sicurezza. Sotto osservazione anche il rispetto dei diritti umani e le politiche di sviluppo, che non seguono alcun criterio di sostenibilità.

Tante le forme di protesta che si sono susseguite in questi mesi prima del Mondiale per esprimere il dissenso sulla scelta di questo Paese come sede dei campionati, anche da parte di atleti, tifoserie, associazioni e pubbliche amministrazioni.

Dal punto di vista sportivo il via alla manifestazione sarà dato dalla sfida tra i padroni di casa del Qatar e l'Ecuador. Come noto saranno assenti Italia e Slovenia, che hanno fallito la qualificazione, mentre la Croazia esordirà mercoledì contro il Marocco. Tra le partite del primo turno la più interessante, sulla carta, sembra poter essere quella tra Brasile e Serbia. C'è inoltre curiosità per vedere in azione alcuni campioni che nelle squadre di club, per diversi motivi, non stanno avendo tanto spazio, come Cristiano Ronaldo o Antoine Griezmann oppure semplicemente per godere delle giocate che da anni incantano i tifosi, come quelle di Lionel Messi o Luka Modrić.

Curiosa anche la gestione di altre problematiche derivate dalle fede islamica del Paese. Vietata infatti la vendita di birra negli otto stadi della Coppa del Mondo. In Qatar l'alcol non è illegale, ma la vendita di prodotti alcolici è consentita solo in luoghi appartati, all'interno di hotel o negozi "nascosti" agli occhi della gente comune.

Per la Spagna inoltre c'è un problema in più: i cuochi iberici dovranno rinunciare al pregiato prosciutto, il noto "jamon", che tradizionalmente nei tornei lunghi veniva portato in contenitori alimentari. I prodotti di derivazione suina non possono infatti essere importati nemmeno dalle delegazioni ufficiali.

Davide Fifaco