Stagione invernale anomala. Alla situazione causata dal virus si aggiunge la carenza di coltre bianca, la quota collinare del capoluogo stiriano sloveno anche in passato a più riprese ha rappresentato un elemento critico nei confronti delle precipitazioni nevose. Così nuovamente quest'anno la poca neve e le temperature superiori allo zero, non hanno consentito agli organizzatori di Maribor di preparare a dovere le piste che avrebbero dovuto ospitare le gare del fine settimana sui pendii del Pohorje. A ridosso però della 57-esima edizione della Volpe D'oro, storico appuntamento della Coppa del Mondo femminile, che consta di un gigante ed uno slalom, ma che quest'anno verrà assegnata dopo un doppio gigante, provvidenziale è giunto il soccorso di Kranjska Gora. Località dove il manto nevoso supera il metro d'altezza e dove gli addetti alle gare hanno bagnato il fondo della pista rendendola particolarmente dura grazie alle basse, anzi bassissime temperature, si sono sfiorati i meno 20 gradi centigradi durante la notte, rendendo il tracciato del Podkoren ideale a sostenere le quattro manche delle previste due gare tecniche. In passato è successo già otto volte che la carenza di neve non garantisse le condizioni per disputare le gare a Maribor, è capitato nel 1976, 1988, 1991, 2007, 2012, 2014, e ancora nel 2018 e 2020 e di dirottare all'ultimo momento le gare a Kranjska Gora. Nel centro sciistico dell'Alta valle del Sava, nella parte estrema nordoccidentale della Slovenia, in tempo record hanno approntato il tracciato e riaperto gli alberghi, chiusi per il coronavirus, onde poter ospitare le 13 squadre e le 300 persone circa, tra atlete, loro accompagnatori e numerosissimi giornalisti al seguito.

Corrado Cimador

Foto: www.alesfevzer.com
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