Djoković ha reso noto di essere risultato positivo al test dopo le positivita' fatte segnare da Dimitrov, Ćorić e Troicki. L'Adria Tour e' un torneo-esibizione disputato in Serbia e Croazia con spalti gremiti di spettatori e senza alcun tipo di precauzione anti-contagio. Oltre ai giocatori anche il preparatore fisico di Djoković, Panichi, e l'allenatore di Dimitrov, Groh, sono risultati positivi. Il torneo e' stato concepito come esibizione del talento, della tecnica, della gioia di vivere dopo i mesi della pandemia. Djoković lo intendeva anche come una sorta di messaggio politico come ad esempio 'il virus non ci spaventa, si stanno discutendo troppe regole per la ripartenza del tennis, la normalita' e' gia' qui'. L'Adria Cup, con le sue tappe di Belgrado e Zara puo' invece diventare la tomba del gia' sottile equilibrio in cui e' maturata la decisione di ricominciare a meta' agosto. Oltre a giocare nel torneo i tennisti in Croazia hanno pure disputato una partita a basket tra loro vivacizzando il pomeriggio dedicato ai bambini e incontrato il premier Plenkovič. Il caso ha innescato una battaglia politica, in un paese sostanzialmente privo di casi da qualche settimana, legato al focolaio legato a Zara, 19 unita' in un solo giorno, ed e' stato chiesto l'annullamento delle elezioni legislative in programma il 5 luglio prossimo. Djoković non ha infranto alcuna legge sanitaria considerato che la Serbia dal 5 giugno scorso ha rimosso le restrizioni, mentre la Croazia a fine maggio aveva revocato il divieto di organizzare eventi pubblici con piu' di 40 persone, ma l'accusa e' di avere messo a rischio non solo la ripresa del tennis ma anche quella degli altri sport, che dopo il caso Adria Cup si stanno interrogando se sia davvero necessario ripartire con il pubblico sugli spalti.

Franco de Stefani

Foto: Reuters
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