Foto: UPRS/Daniel Novakovič/STA
Foto: UPRS/Daniel Novakovič/STA

La prima a scendere in campo è stata Nataša Pirc Musar, l'ex garante della privacy, ha subito incassato l’appoggio degli ex presidenti Milan Kučan e Danilo Türk. Correrà con le firme degli elettori, ma andrà a raccogliere consensi soprattutto tra gli elettori di sinistra e dell’area liberale.

Come annunciato da tempo ha confermato la sua candidatura anche Marta Kos, l’ex portavoce del governo Drnovšek, che sarà il cavallo di battaglia di Movimento Libertà del premier Robert Golob. La corsa a sinistra potrebbe arricchirsi anche di altri nomi, visto che sia i Socialdemocratici, sia la Sinistra stanno ancora studiando il da farsi.

Sull’altro fronte ha già annunciato la sua discesa in campo la psicanalista Nina Krajnik, supportata da alcuni intellettuali legati al centrodestra. Per i Democratici potrebbe presentarsi ai nastri di partenza l’ex ministro degli esteri Anže Logar; mentre da tempo si continua a speculare su un ritorno in corsa di Ljudmila Novak, l’ex presidente di Nuova Slovenia, che negli ultimi tempi non ha mancato di prendere le distanze da Janez Janša. Tra le candidature annunciate anche quelle del musicista Gregor Bezenšek e del sindaco di Kočevje Vladimir Prebilič.

Il motto sembra essere quello del “tutti avanti in ordine sparso nel marasma della politica slovena”. Nel centrosinistra per ora non sembra possibile nessuna convergenza e quello che pare certo è che né Socialdemocratici né sinistra sono intenzionati a dare una mano a Golob e alla sua candidata. Nel centrodestra, invece, appare improbabile che i Democratici possano schierarsi con la Novak.

Al momento i giochi sono tutt’altro che fatti e forse non sono state nemmeno distribuite tutte le carte. Dieci anni fa Danilo Türk era il politico più popolare del paese, ma Pahor venne eletto presidente grazie ad una strana ed informale alleanza tra destra e sinistra. Non è escluso che lo scenario possa ripetersi.

Stefano Lusa