Foto: BoBo
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In Slovenia le porte delle scuole non hanno fatto in tempo a riaprire i battenti, che una classe è subito finita in quarantena. Sono bastate poche ore. E’ accaduto a Kamnik, dove i genitori prima hanno portato la loro figlia a fare il test e poi hanno pensato bene di farla andare in classe. Il risultato è stata l’immediata chiusura della sezione ed il ritorno alla didattica a distanza. Lo scenario si è ripetuto anche da altre parti. Sta di fatto che le raccomandazioni, ripetute all’infinito, sin dallo scorso anno, di portare a scuola soltanto bambini perfettamente sani non sembrano essere state ancora recepite. Il problema è che ognuno fa un po’ come gli pare e che alla fine si rispettino soltanto le regole e restrizioni che fanno comodo. Intanto sta prendendo sempre più piede la convinzione che il virus non sia una cosa seria, che tutto sia tutto solo un grande complotto per togliere libertà ai cittadini e che indossare la mascherina nei negozi o alla pompa di benzina sia una questione di libera scelta. I dati ci dicono, però, che i contagi sono in sensibile aumento, che i letti degli ospedali sono sempre più pieni e stanno riaprendo i reparti covid.

La nostra regione a livello nazionale è quella che è messa peggio per numero i contagi; siamo lì dove eravamo agli inizi dello scorso aprile, mentre per quanto riguarda i vaccini sta peggio di soltanto la regione di Maribor. I dati ci dicono che in Italia il personale scolastico è vaccinato al 90% ed il premier Mario Draghi ha annunciato che nelle classi dove tutti i ragazzi saranno immunizzati si potrà smettere di portare la mascherina. Qui la metà del personale scolastico sembra non volerne sapere del vaccino, mentre tra i ragazzi la percentuale dei vaccinati è irrisoria. Le prospettive non sono rosee. Urlare che la scuola deve rimanere aperta, che i negozi non devono chiudere e che la vita deve riprendere come prima della pandemia non serve. In sintesi, non basta pensare a sé stessi, ma per uscire dal guado, ci vorrebbe un po’ di responsabilità sociale, che in una ampia fetta di cittadini non si è vista e sembra non continuarsi a vedere.

Stefano Lusa