L’Assemblea dell’Unione Italiana ha approvato il bilancio provvisorio che sarà più chiaro nei primi mesi dell’anno prossimo dove è pure prevista una ridiscussione dei criteri con i quali vengono distribuiti i fondi di valorizzazione e promozione alle singole Comunità. Il Presidente della Giunta esecutiva Marin Corva ha risposto che la questione verrà ridiscussa a gennaio. “Il piano definitivo sarà superiore a quello del 2023” ha affermato Corva annunciando che potrebbe aggirarsi ai 10 milioni di euro”.
"In pratica va fatta una distinzione, la distinzione tra i mezzi che arrivano dall'Italia, i mezzi che arrivano dalla Croazia, i mezzi che arrivano dalla Slovenia. Eventualmente ci sarà qualche riduzione per il semplice motivo che i mezzi sono bloccati dalle convenzioni e dalle leggi, qui non ci saranno tante modifiche, bisognerà solo capire quali progetti saranno quelli che verranno sostenuti da questi finanziatori. Le grosse modifiche sono attese invece per i finanziamenti da parte croata, sicuramente aumenterà' il contributo da parte del Consiglio per i dritti dell'uomo e delle minoranze nazionali. Da capire poi quale sarà l'ammontare dei finanziamenti da parte dell'Ufficio per i diritti dell'uomo e delle minoranze nazionali, questo è stato infatti il maggiore finanziatore dell'anno corso".

Secondo Maurizio Tremul, tra le priorità future vi è l’iniziativa intergenerazionale che si sta portando avanti in Istria, mentre la seconda dovrebbe essere la Casa dell’istroveneto, l’incubatore d’impresa giovanile di Santa Lucia, Valle e il centro multimediale Gravisi di Capodistria e le attività connesse.

Per quanto riguarda il bilancio provvisorio ha invece detto che si tratta di un piano generale

"Provvisorio e abbastanza generico, che sostanzialmente finanzia quelle che sono le attività ordinarie dell'Unione italiana proseguendo sulla strada delle di alcune innovazioni che possono essere l'imprenditoria giovanile e oppure le attività di progetti europei che portiamo avanti come Unione Capodistria però sostanzialmente abbastanza standard, anche perché in questa fase non c'è la consapevolezza, la conoscenza, ovvero di quanti saranno i finanziamenti effettivi che verranno non tanto da dallo Stato italiano di cui conosciamo gli importi, ma poi ci è come comitato il coordinamento che dovrà decidere quali interventi fare, ma soprattutto dalla parte dello Stato croato e poi in parte anche dello Stato sloveno. Quindi è un piano generale che assicura le risorse necessarie al mantenimento della situazione attuale anche nel proseguimento delle innovazioni portate avanti in questi anni".

Intervenuto pure il deputato della minoranza al Parlamento sloveno, Felice Žiža, ha sottolineato che per quanto riguarda le attività culturali in Slovenia circa il 70 per cento di tutte le attività culturali che vengono svolte nelle città costiere vengono proposte o dalle Comunità degli italiani o dalle Can o dal Centro culturale Carlo Combi di Capodistria. “Possiamo vantarci di essere il fiore all’occhiello della cultura delle nostre città, negli ultimi cinque anni gli introiti destinati alla cultura da parte del Ministero sono raddoppiati per il centro Carlo Combi, che sono passati da circa 60 mila euro del 2018 a 120 mila nel 2020”.


Gianclaudio Pellizzer ha invece avanzato la richiesta di avere “un’unica associazione per tutti noi, “non dico che il percorso sarà breve, ma chiedo alla Giunta esecutiva di Unione Italiana di dare via al processo che darà vita ad un’unica Unione. La richiesta rivolta alla Giunta esecutiva è quella di dare il via al processo che porterebbe alla registrazione in Slovenia della filiale di Unione Italiana con residenza a Fiume con il conseguente scioglimento di Unione italiana con residenza a Capodistria.

"Per noi è fondamentale avere l'unitarietà, sarebbe ottimale avere un'unica organizzazione, il fatto stesso di avere l'Unione italiana di Capodistria è l'Unione italiana di Fiume è un fattore disgregante. il che vuol dire se esiste una qualsiasi possibilità di avere una filiale dell'Unione italiana di Fiume a Capodistria, cosa che in effetti dal 2012 la legge slovena lo permette, io pensavo sarebbe bene fare una valutazione, iniziare un processo, compresa la valutazione, se è possibile, farlo tenendo conto di tutti i problemi che possono intercorrere", ci ha spiegato Pellizzer.

Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter
Foto: Radio Capodistria/Dionizij Botter