Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna
Foto: Radio Capodistria/Barbara Costamagna

Come rileva Luka Juri, a nome di Unitarietà – Insieme, le risposte arrivate confermerebbero che la doppia residenza anagrafica non sarebbe possibile e che Žiža avrebbe “spudoratamente mentito affermando che ciò fosse permesso, invitando anche gli altri concittadini a seguirlo.

La questione della doppia residenza del parlamentare era stata sollevata alla vigilia della campagna elettorale dal portale Regional. Da Unitarietà – Insieme, che da tempo era intenzionata a contrapporre al candidato uscente un suo uomo, hanno subito giudicato che Žiža si dimostrerebbe “del tutto sprezzante della legislazione in vigore”. Lui ha ribattuto precisando di essere iscritto all'Anagrafe dei cittadini italiani residenti all'estero e aggiungendo che tantissimi “connazionali hanno la doppia cittadinanza” e “molto spesso anche la residenza in Italia, cosa permessa sia dalla legge italiana sia dalla legge slovena”. A suffragio di questa tesi non ha mancato di citare una convenzione firmata tra i due paesi che regolamenta le questioni di tassazione degli stipendi e degli immobili. In sintesi nulla di illegale.

Una spiegazione che però non convince per nulla Unitarietà – Insieme tanto che dal gruppo dicono che “registrando una doppie residenza anagrafica” il parlamentare ha "violato la legge in ben due stati” con l’aggravante che l’abbia fatto “per aggirare le limitazioni della quarantena, mentre contemporaneamente appoggiava un governo che chiudeva i suoi cittadini in casa e proibiva persino di uscire dal proprio comune”. L’invito al deputato è nuovamente quello di scusarsi pubblicamente e di dimettersi.

Žiža, dal canto suo, non sembra voler aggiungere altro a quanto già detto sulla vicenda e non pare per nulla intenzionato a farsi trascinare in un batti e ribatti. Dagli ambienti a lui vicini si precisa, però, che la polemica sarebbe stata innescata per meri fini elettorali, con l’intento di mettere in cattiva luce il parlamentare, rischiando però di fare danni concreti a tante persone, tra cui molti membri della minoranza italiana o di quella slovena, che vivono a cavallo del confine.

Stefano Lusa