Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Presentato a Palazzo Manzioli il "Presepe Isolano", che si rifà alle cartoline che raffiguravano Isola, risalenti agli anni '20 del secolo scorso. In primo piano la Natività, alle cui spalle si può vedere una fedele riproduzione del Mandracchio e di parte del centro cittadino.

Chiarastella Fatigato, autrice del presepe, descrive così la sua opera:

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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"È Il secondo anno che abbiamo introdotto questa novità del presepe, che ci serve appunto per due grandi obiettivi: uno riportare un po' la tradizione italiana del presepe, che è proprio tipica nostra. L'altra per legarci alle origini di Isola, il presepe isolano, infatti si ambientata sempre ad Isola".

Quest’anno in primo piano c’è la Natività.

"Sì, c'era anche l'anno scorso, la Natività che arrivava con la barca dal mare in una notte d'inverno. Quest'anno invece ho voluto realizzarla con dei pupi un po' più grandi, immaginando che anno dopo anno possiamo utilizzare dei pastori e dei personaggi un po' più grandi, che sono più belli da vedere e soprattutto tipici della tradizione napoletana che io porto qui nel presepe, anche se questo, di fatto, è un presepe nuovo, nel senso che ha solo i personaggi della tradizione napoletana, però nell’ambientazione isolana. Quindi questa è la sua particolarità, ed ogni anno penso di farlo così, ogni anno vorrei trovare una nuova collocazione diversa, insomma".

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Un elemento importante è anche che ha inserito una chiesa che attualmente non esiste più.

"Sì, perché io dall'anno scorso ho costruito tutto il Mandracchio e realizzato tutto in cartapesta dipinta a mano, con mesi di lavoro naturalmente, perché si intravede tutto il centro storico ricostruito fedelmente. Si vede il campanile della chiesa di Santa Maria D’Alieto, dietro anche quello di San Mauro. Ho voluto inserire anche edifici che non ci sono più, perché questo è un Mandracchio degli anni Venti, o comunque d'inizio del secolo scorso, quando c'era ancora quella chiesetta che i pescatori utilizzavano per asciugare le loro reti ed alla quale erano molto devoti, che poi è stata tirata giù, così come anche altre chiese procedendo oltre il centro storico. Ecco, ho realizzato questo presepe anche per una memoria storica".

Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Davide Fifaco