Foto: Reuters
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Vince l'HDZ con 18 mandati in più rispetto alla coalizione di centro sinistra guidata dal Partito Social Democratico. Il Premier uscente Plenković, pronto ad avviare le trattative per garantirsi la maggioranza di Governo, non avrà un compito facile. Furio Radin al seggio specifico riservato alla CNI. Supera per una manciata di voti Corrado Dussich e si assicura il decimo mandato al Sabor. Ottima l'affluenza alle urne che si attesta sul 61 per cento. Riconferma dunque dell'HDZ che incassa una maggioranza relativa e ottiene, assieme ai partner minori e alla diaspora, 60 dei 151 seggi del Sabor croato. Il Partito Social Democratico con la sua coalizione si assicura 42 mandati. Terzo, il Movimento patriottico, formazione di estrema destra che conquista 14 seggi ed è seguito dai conservatori del Most/Ponte che ne ottiene 11. Dieci mandati per la piattaforma eco socialista "Možemo/Possiamo" mentre i regionalisti della Dieta Democratica Istriana riconfermano 3 mandati; 2 ne vanno alla Piattaforma indipendente del Nord ed uno a Fokus-Repubblica.
Battaglia all'ultimo voto per il seggio riservato alla Comunità Nazionale Italiana, con un costante testa a testa tra Furio Radin e Corrado Dussich che dall'inizio alla fine dello spoglio delle schede hanno registrato pochissimi punti di distacco. Con una trentina di voti in più è stato premiato Furio Radin che si assicura così il suo decimo mandato al Sabor.
Per quanto riguarda gli altri sette seggi delle altre minoranze c'è stata una riconferma per quasi tutti i deputati uscenti; cambia il nome e l'appartenenza nazionale di quello che rappresenterà le comunità etniche dell'ex Jugoslavia.
Soddisfatto il Premier uscente, Andrej Plenković, che sicuramente si attendeva qualche punto percentuale in più ma che comunque registra un ottimo risultato tenendo conto degli otto anni di governo. "Inizieremo subito le trattative per la formazione del nuovo esecutivo", ha detto il leader HDZ, già alla ricerca dei 76 voti che gli permetteranno di governare. Ricordiamo che il suo partito è la formazione più votata in 8 delle 10 circoscrizioni elettorali. Fanno eccezione la terza, quella del Međimurje al nord-est del Paese e l'ottava che anche questa volta premiano l'SDP. In quest'ultima che comprende Istria, Fiume e Quarnero ottiene il 33 per centro dei voti contro il 20 dell'HDZ. La DDI registra un 16 e poi il Možemo/Possiamo ed il Most/Ponte con rispettivamente il 10 e poco più del 5 per cento. I regionalisti della Dieta Democratica Istriana riescono ad assicurarsi pure in questa tornata 3 seggi, anche se uno sarà occupato dai partner dell'Alleanza Litoraneo Montana. Il partito delle tre caprette non intende sostenere un Governo HDZ, ma è disponibile a collaborare in un eventuale esecutivo targato SDP a condizione che non entri in coalizione con formazioni dell'estrema destra. SDP che, nonostante le performance del Capo dello Stato Milanović, non ha ottenuto i risultati sperati, ma che comunque non sembra disposto a gettare la spugna ed invita tutti i partiti a far fronte comune. "Non abbandoneremo quei due terzi di elettori che auspicano cambiamenti", ha detto il leader socialdemocratico Peđa Grbin, lasciando intendere di avere un ottimo mandatario.

Lionella Pausin Acquavita