Cinque giorni di festival nel segno di Dante. Per riscoprirne ancora una volta le infinite suggestioni, le risonanze, le sollecitazioni che ne fanno un autore immortale; per capire - citando il direttore artistico Domenico De Martino - "come il poeta illumina con le sue parole il nostro fututuro e le nostre problematiche umane". È una delle manifestazioni più belle e più seguite del Settembre dantesco ravennate Prospettiva Dante, rassegna di incontri e spettacoli nata in preparazione del grande anniversario del 2021 e che continua il suo percorso, nel cuore di quella Ravenna che accolse Dante nel suo ultimo esilio. L'iniziativa è promossa fin dal suo esordio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, con la consulenza scientifica dell'Accademia della Crusca.

"Passato il settimo centenario della morte - spiega il direttore - si poteva pensare che l'interesse di Dante dovesse affievolirsi. Noi, naturalmente, siamo dell'opinione contraria. Dante è ancora una presenza forte nella nostra lingua, nel nostro modo di esprimerci, nella nostra cultura".

Per questa dodicesima edizione che si conclude domani, gli auspici di un verso del Purgatorio a fare da cappello: "mentre che la speranza ha fior del verde" ('finché la speranza non è del tutto spenta') e grandi ospiti, a cominciare dal "divo" Giancarlo Giannini, attore fra i più amati, che ha incantato il pubblico all'apertura . Oggi lo scrittore Premio Campiello Carmine Abate, nato in Calabria in una comunità arbëresche (ossia di lingua albanese) ed emigrato da giovane in Germania, racconta "lo pane altrui", e stasera viene consegnato il premio Parole e musica a Patty Pravo, un'icona della canzone italiana. Per inciso, il cognome d'arte Pravo è proprio una citazione dantesca. "Sembra che a un certo punto della sua vita, quand'era ancora molto giovane, Nicoletta Strambelli - questo è il suo vero nome - si rivolgesse ai fan un po' troppo ravvicinati con il grido di Caronte "Guai a voi, anime prave!" , e queste parole in quell'ambiente sorpresero tutti, diventando un po' il suo marchio e il suo nome", osserva De Martino.

Chiusura, domani, con il linguista Emanuele Banfi impegnato in una conversazione sulla traduzione in greco moderno della Divina Commedia. Il festival intreccia da sempre spettacolo e alta divulgazione, per un pubblico disposto anche a "durare un po' fatica". In parallelo, "L'ora che volge il disìo", la lettura perpetua di un canto della Divina Commedia sulla tomba di Dante.


Foto: osebni arhiv
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