Foto: Reuters
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Manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente: è entrata così in aula Ilaria Salis, la trentanovenne docente milanese da 13 mesi in carcere a Budapest. I tempi del processo si sono allungati per problemi tecnici, il giudice preposto ha quindi deciso di non ascoltare una delle vittime ed i due testimoni previsti in quest’ultima udienza, dove si ascolterà solo Salis e poi si deciderà sulla richiesta dei domiciliari. La prossima udienza è stata fissata per il 24 maggio.

L'insegnante italiana, con una lettera scritta a mano, ha autorizzato la stampa italiana alla pubblicazione di foto che la ritraggono in manette.
All'arrivo al tribunale, alcuni estremisti di destra hanno minacciato il gruppo di legali ed amici di Ilaria Salis pronunciando le frasi "stai zitto o ti spacco la testa". Uno degli avvocati ha dichiarato: "Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese; ci hanno fatto delle riprese con i telefonini, ci hanno ripreso e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando". Del gruppo di una quindicina di persone italiane minacciate faceva parte anche il noto fumettista Zerocalcare, oltre a esponenti di Giuristi democratici.

Tra le reazioni della politica italiana arriva quelle del senatore e responsabile Esteri di Italia viva, Ivan Scalfarotto, che sui propri social ha pubblicato una foto dell'attivista in catene con il commento: "E niente, Ilaria Salis è ancora al guinzaglio".

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invece affermato: "Io mi auguro che la signora Salis possa essere assolta, ho visto che è stata portata in aula ancora in manette e catene ma pare che poi gliele hanno tolte. Non è un bel modo, non mi pare ci sia pericolo di fuga. Detto questo eviterei di politicizzare il caso se no si rischia lo scontro". "A me preoccupa la cittadina Salis - ha aggiunto Tajani - non mi interessa se poi vogliono candidarla ma se si deve trasformare il processo in scontro politico lo scontro politico non favorisce la signora Salis".

Davide Fifaco