Foto: MMC RTV SLO
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Il disegno di legge proposto dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, dopo sei mesi di discussione in Commissione Affari costituzionali, inizia l'iter della prima lettura, ma non sono mancati in precedenza i momenti di tensione tra maggioranza e opposizione.

Uno dei relatori, Paolo Tosato della Lega, afferma: "siamo di fronte a una norma equilibrata, che pensiamo possa essere operativa entro la fine di questa legislatura".
L'Aula verrà chiamata a valutare ben 337 emendamenti e 6 ordini del giorno. Tosato ricorda che "quelli della maggioranza, tutti di Fdi, sono una manciata", e "non ci dovrebbero essere problemi perché c'è stata una discussione molto ampia in Commissione, in quella sede sono stati approvati più di 80 emendamenti di cui più o meno la metà dell'opposizione e metà della maggioranza", ricorda. Il leghista sottolinea inoltre come ci sia stato già "un dibattito vero sia con le opposizioni ma anche all'interno della maggioranza per definire un testo il più condiviso possibile".

Di certo le opposizioni non faranno sconti su una legge che viene accusata di spaccare il Paese, tra Nord e Sud, ricchi e poveri.
Proprio oggi in molte piazze d'Italia sono previsti presidi contro la riforma. In una nota l'associazione sindaci del Sud spiega: "Ogni sindaco che amministra la cosa pubblica nel Mezzogiorno sa quanto sia difficile garantire quello che chiedono i cittadini e ciò che servirebbe alle future generazioni in un contesto di totale difficoltà socio-economica e di gravi carenze amministrative". Il comunicato prosegue: "Con il regionalismo spinto non si creerebbe quella maggiore efficienza che il ministro Roberto Calderoli sbandiera per giustificare la sua proposta, il cui unico scopo, in realtà, è ridare peso alla Lega. Si determinerebbe, invece, un peggioramento delle condizioni dei municipi del Sud".
"L'autonomia differenziata - conclude il comunicato - rappresenterebbe il colpo di grazia e per questo noi sindaci del Sud chiediamo a tutti i senatori eletti nei nostri collegi di far sentire forte la loro voce di dissenso, in difesa della terra in cui sono nati loro stessi, i loro genitori e i loro nonni, i loro figli. Diversamente faremo conoscere alla popolazione chi si è sottratto a questo dovere morale".

Davide Fifaco