Foto: Quirinale
Foto: Quirinale

“È il momento di dire basta e di cambiare. Abbiamo fatto scioperi, ma dobbiamo alzare ancora di più il livello della protesta”. Le parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in occasione della manifestazione organizzata dopo la morte di cinque operai nei pressi della stazione di Brandizzo, riassumono la rabbia dei sindacati, ma anche dei parenti e dei colleghi delle vittime per una nuova e assurda tragedia sul lavoro.
Oggi in Piemonte i sindacati hanno indetto otto ore di sciopero e Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato a Vercelli un corteo silenzioso, al quale hanno anche partecipato alcuni parenti e colleghi delle vittime. “Non abbiamo più parole” c’era scritto su uno striscione, e non sono mancati cartelli contro le privatizzazione delle attività di manutenzione e per una maggiore sicurezza.
“È il momento di fare una procura nazionale sulla sicurezza e mettere insieme le persone che hanno le competenze, bisogna investire sugli ispettorati sul lavoro, sulla sicurezza”, ha detto Landini, invitando governo e imprese ad aprire un confronto sul tema.
Le indagini sulla tragedia intanto continuano, e appare sempre più evidente che la morte dei cinque operai travolti da una motrice mentre lavorano ai binari, sarebbe stata causata da una mancanza di comunicazione. Al momento ci sono due indagati per i reati di omicidio plurimo e disastro ferroviario: si tratta dell'addetto di Rete Ferroviaria Italiana Antonio Massa, e Andrea Girardin Gibin, caposquadra della Sigifer, la ditta incaricata dei lavori.
A entrambi, presenti sul posto al momento della tragedia, si contesta un dolo eventuale, vale a dire che i due avrebbero dato via libera ai lavori sapendo che avrebbero potuto causare la morte dei loro colleghi.
Secondo le prime indagini ci sarebbero state molte chiamate fra i due indagati e le direzioni per ottenere il via libera ai lavori: il via libera non è mai arrivato, ma nonostante questo le cinque vittime si erano comunque posizionate sui binari, dove sono state travolte dal treno.

Alessandro Martegani