Foto: Reuters
Foto: Reuters

Secondo quanto riferito, la risoluzione è sostenuta dalla maggior parte dei membri del Consiglio e sono in corso i negoziati per coinvolgere gli Stati Uniti, che detengono il potere di veto. Gli USA hanno però già detto che non voteranno a favore. "Se dovesse essere messa ai voti così come è redatta, non sarà adottata". È quanto si legge in una dichiarazione dell'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield. Nel comunicato si legge inoltre che gli USA hanno lavorato per mesi verso un obiettivo giusto per tutti. "Una risoluzione per far sì che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco e godere di pari misure di sicurezza, dignità e libertà" si legge ancora. Un accordo gli States vogliono portare avanti a loro modo appoggiati anche da Egitto e Qatar. Il conflitto ora come ora non accenna però a placarsi. Il premier israeliano Netanyahu, nonostante gli appelli del mondo politico internazionale non sembra voler fermare il conflitto ma anzi intensificarlo: "Chi ci chiede di fermarci sta dicendo al Paese di "perdere la guerra" contro Hamas". Assicura che le truppe entreranno a Rafah indipendentemente dal fatto che sia stato concordato un rilascio di ostaggi. Sostiene anche che Israele combatterà fino alla vittoria e l'occupazione completa, anche se questo significa ulteriori vittime. "La situazione che viviamo qui in città è ingestibile. Se Israele ci attaccherà' sarà un massacro." Molti gli accampamenti fuori dai centri umanitari, i quali faticano a lavorare e a reperire medicinali. "I segni della fame sono evidenti" ha detto Younis Al Khatib, Presidente della Mezzaluna rossa palestinese.

Gli israeliani, nel frattempo affermano da diversi mesi che gli ospedali nascondano combattenti del movimento islamista palestinese Hamas e ritengono anche che contengano i corpi degli ostaggi presi durante gli attacchi del 7 ottobre dello scorso anno. In occasione della terza e ultima giornata della 60' Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha parlato anche il primo Ministro palestinese Mohammed Shtayyeh, il quale durante il dibattito sul futuro delle relazioni tra le due parti ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di muoverci dalle discussioni sulla soluzione dei due Stati all'attuazione della soluzione dei due Stati. Questo è ciò di qui abbiamo bisogno adesso".