Nella foto Anton Medved, presidente del Sindacato degli agricoltori. Foto: BoBo/Borut Živulović
Nella foto Anton Medved, presidente del Sindacato degli agricoltori. Foto: BoBo/Borut Živulović

Gli sforzi del ministero dell'Agricoltura sono encomiabili, ma insufficienti per risolvere i nostri problemi, per questo ci ritroveremo nella capitale il 19 marzo. A parlare così è stato il presidente del Sindacato degli agricoltori, Anton Medved, che nell'illustrare le ragioni della protesta ha chiesto scusa in anticipo ai cittadini di Lubiana perché fra le 10 e le 14 di martedì prossimo il centro sarà invaso da migliaia di trattori e mezzi agricoli che gireranno sotto i ministeri per ritrovarsi poi in piazza della Repubblica, di fronte alla sede del parlamento. "Ci scusiamo, ma stiamo lottando per il nostro diritto di continuare a coltivare la campagna slovena", ha detto Medved. Fra le richieste al governo la riduzione del numero di animali di grossa taglia, orsi e lupi in primis in quanto aumentati in modo esponenziale dall'ingresso in Unione europea, ma anche quella di detassare le zone con fattori limitati per l'attività agricola, una nuova imposta che secondo i richiedenti scoraggia lo sviluppo di imprese agricole. La decisione di scendere in piazza è in realtà è un ultimatum, perché secondo gli agricoltori fino a venerdì c'è ancora tempo per venire incontro alle loro richieste. L'esecutivo però non la vede alla stessa maniera. Secondo i ministeri competenti, infatti, il sentiero è troppo stretto per poter arrivare a una soluzione che soddisfi le parti in causa, perché i problemi del settore hanno radici profonde. Il ministero per le politiche agricole e forestali ha espresso comprensione, ma ha anche detto che le questioni aperte possono essere risolte solo con la cooperazione. Il margine della trattativa insomma c'è e la priorità continuerà ad essere la ricerca di soluzioni costruttive a vantaggio di tutti, ma ogni giorno che passa questo margine si riduce sempre di più.

Valerio Fabbri