Le organizzazioni dei datori fanno sapere che ritorneranno al tavolo negoziale del Consiglio economico sociale solamente se invitate dal governo il quale, a detta del ESS dovrebbe inoltre fornire garanzie che in futuro l'istituto del consiglio economico e sociale non venga più strumentalizzato ma "visto come un partner negoziale paritetico". I rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori ricordano che la decisone di uscire dal Consiglio economico sociale è stata presa collettivamente, il presidente che raggruppa gli industriali, Marjan Trobiš aveva spiegato che "i datori di lavoro non hanno un ruolo paritario con gli altri partner nel consiglio economico sociale, sindacati e governo". Ciò si è dimostrato in particolare durante il dibattito sull'assistenza a lungo termine, in cui, secondo Trobiš, i datori di lavoro non hanno avuto voce in capitolo". Secondo la gran parte delle sigle sindacali si sarebbe trattato di una mossa tattica presa dai datori. Il Ministro del lavoro, la famiglia e gli affari sociali, Luka Mesec, aveva parlato di un tatticismo che l'obiettivo di bloccare, questo il suo parere, i cambiamenti in tema di assistenza a lungo termine e rapporti di lavoro. Invitando i datori a tornare al tavolo negoziale, Mesec ha detto che in autunno le sfide saranno molteplici tra le quali spicca la riforma delle pensioni. La collaborazione con i preposti ministeri per affrontare le misure da adottare per fronteggiare i danni all'economia causati dalle recenti inondazioni proseguono invece indisturbati, spiegano i datori, la gran parte delle proposte concordate sono state attuate, mentre ora siamo in attesa di armonizzare ulteriori misure da inserire nella legge d'intervento. Tra le proposte che i datori intendono inoltre affrontare con l'esecutivo l'innalzamento della somma da anticipare per i danni determinati dal maltempo fino al 20 per cento e alzare all'80 per cento l'entità dei danni arrecati nel quadro dello schema di aiuti destinati alle aziende.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Žiga Živulović
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