La Corte costituzionale ha stabilito che le retribuzioni erano troppo basse e aveva impartito al legislatore di porre rimedio entro la data del 3 gennaio, cosa che non è affatto avvenuta. La Corte costituzionale aveva stabilito che gli stipendi dei giudici erano troppo bassi e ha ordinato al legislatore di abolire l'incostituzionalità, cosa che non è avvenuta. L’Associazione dei giudici vede nel mancato rispetto della decisione costituzionale da parte del governo un abuso di potere. Durante lo sciopero le udienze e le sedute sono state interrotte temporaneamente, ma la decisone finale per ogni singola seduta è stata presa dal Presidente del senato di turno. Allo sciopero hanno aderito pure i magistrati, Della protesta sono intanto già state informate le istituzioni europee, non sono escluse ulteriori proteste in futuro, lo ha ribadito Vesna Bergant Rakočević, Presidente dell’Associazione dei giudici, ribadendo che “i rappresentanti del potere esecutivo e legislativo hanno abusato del loro ignorando la sentenza costituzionale”. “Le paghe non sono state armonizzate con i costi della vita da 15 anni” ha invece detto Boštjan Valenčič dell’associazione dei pubblici ministeri, “si tratta di una sentenza immediata e vincolante”. Valenčič ha poi annunciato che in futuro si potrebbero intensificare le attività, queste oltre allo sciopero potrebbero prevedere anche “azioni legali ai danni dello stato per le privazioni retributive subite”. L’Associazione dei giudici ha inoltre sottolineato che le retribuzioni dei giudici da oltre 20 anni sono in calo in termini reali. Intervenuto sulla questione pure il tutore dei diritti civici, Peter Svetina, ha ricordato che la mancata attuazione di sentenze costituzionali è una grave violazione del principio dello stato di diritto.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.