Dopo Nelida Milani (con i tre volumi della Cronaca delle baracche, che ripercorrono la vasta opera narrativa della scrittrice di Pola), Ligio Zanini, ossia colui che è considerato il maggiore poeta istriano del Novecento. Autore di versi in dialetto rovignese che hanno incontrato l'apprezzamento di personalità come Biagio Marin, Franco Loi, Franco Brevini; e di un unico, straordinario romanzo, scopertamente autobiografico, Martin Muma, pubblicato per la prima volta nel 1990 (tre anni prima della sua morte) nelle edizioni della rivista dell'Edit di Fiume La Battana. Un libro in cui Zanini ha narrato, con favolistico struggimento, la sua infanzia felice e la giovinezza piena di idealismo e di speranze, e ha quindi raccontato la sua durissima, disumana prigionia a Goli Otok - Isola Calva, il lager di Tito, dove fu deportato fra il 1949 e il 1952; testimonianza cruda e atto d'accusa degli orrori del totalitarismo .

Un romanzo, Martin Muma, " molto coinvolgente, fino al limite dello strazio": così ne dice il curatore dell'edizione Ronzani in uscita il 19 gennaio, Mauro Sambi. "Per me è stata una lettura anche difficile dal punto di vista emotivo, perché a quell'idillio giovanile pur ricoperto di nubi passeggere, che corrisponde alla nascita alla vita di un fanciullo e poi di un ragazzo e di un adolescente che scopre la vita in tutti i suoi aspetti, anche quello erotico, viene contrapposta quest'esperienza - descritta fin nei minimi dettagli - della vita nel campo di concentramento, che occupa grossomodo l'ultimo quarto del libro".

Il fascino del romanzo risiede anche nella lingua in cui è scritto. "Un italiano non nativo ma frutto di acculturazione scolastica, e un italiano un po' desueto, perché dopo la seconda guerra mondiale in Istria l'italiano è scarsamente parlato", spiega ancora il curatore. "E dunque è un italiano conquistato brano a brano, con fatica; lo dice Zanini stesso, che si tratta quasi di un amore non corrisposto. Ma l'urgenza di dire, questa ansia di testimoniare, lo spinge a un calore espressivo che è del tutto peculiare, di bruciante intensità poetica".