Capire come la comunità italiana vive la realtà di ogni giorno, quali sono i problemi e quali potrebbero essere le soluzioni. Questo l’obiettivo di una nuova tornata di colloqui con i suoi elettori del deputato Felice Žiža. Si è partiti da Strugnano, ma si andrà anche nelle altre località del comune di Pirano e nelle altre municipalità costiere. Oramai la parola d’ordine del deputato è quella di usare sempre l’italiano: nella vita di ogni giorno e nei rapporti con le istituzioni. Molto spesso, ha detto il parlamentare, parlando sloveno non ci rendiamo conto che davanti a noi sta un connazionale o comunque qualcuno che comunica benissimo in italiano. Il deputato, ora, chiede aiuto agli italiani, per rendere efficaci le norme di tutela che già ci sono, ma che se non vengono usate sono destinate a cadere nel dimenticatoio.

Il proposito è quello di creare, in tempi brevi, una rete, un porto sicuro, dove gli italiani potranno rivolgersi in caso di problemi. Se ne potrebbe discutere già questa settimana in un incontro con i presidenti delle Comunità autogestite. Spetterà alle istituzioni minoritarie trovare la strada ed indicare a chi ci si potrà rivolgere direttamente in caso di problemi.

A Strugnano, località in cui l’esodo della popolazione italiana fu percentualmente meno massiccio rispetto al resto della costa slovena, Žiža si è sentito dire che la gente non parla più l’italiano. Pesano ancora i “residui del dopoguerra” – è stato raccontato- quando le persone avevano paura di usarlo. E’ stato ricordato come da un giorno all’altro dalle aule scolastiche sparì il crocefisso e come, poco dopo, comparvero dei funzionari con il cappotto di pelle lungo e nero che mandarono d’ufficio una buona fetta degli studenti dalla scuola italiana in quella slovena. “Io mi salvai, ha detto uno dei partecipanti, perché mio padre era stato partigiano e protestò. Altri genitori non si opposero ed oggi i loro nipoti non parlano più l’italiano”.

Tra qualche cruccio, legato al disbrigo delle pratiche burocratiche in italiano e le relative lungaggini che si verificano quando qualcuno insiste, è emersa anche la necessità di trovare un luogo di aggregazione adeguato per gli italiani del comune di Pirano. Casa Tartini è una sede prestigiosa, ma assolutamente inadeguata per l’attività sociale. C’è bisogno di spazi per potersi incontrare, è stato sottolineato, di un bar e di creare momenti d’aggregazione. Il presidente della CAN Comunale Andrea Bartole, presente all’incontro, ha preso nota e sembra convinto che sarà necessario trovare una soluzione.

Stefano Lusa

Felice Žiža Foto: Radio Capodistria
Felice Žiža Foto: Radio Capodistria