Foto: Google Maps/Eric Quarshie
Foto: Google Maps/Eric Quarshie

Sarebbero ancora in stato di detenzione preventiva le quattro coppie croate, arrestate - ricordiamo- il 7 dicembre scorso, quando volevano lasciare lo Zambia assieme ai quattro bambini adottati in Congo.

Nonostante l'adempimento di tutte le condizioni del tribunale di Ndola, ultima quella legata al visto e al permesso di soggiorno pagati più di mille dollari a persona, non sarebbero stati ancora rilasciati, ma i loro avvocati sono fiduciosi e dicono che sono solo questione di ore.

Non potranno comunque lasciare il paese in attesa di una nuova udienza prevista per il 23 gennaio prossimo mentre i bambini sono al momento ospiti di un centro dei servizi sociali zambiani.

C'e' meno ottimismo invece sulle procedure burocratiche e sulle lungaggini giudiziarie che potrebbero prolungare la loro permanenza nel paese africano, dove la pena per reati legati alla tratta di persone arriva a fino a 30 anni di reclusione.

Gli otto cittadini croati si dichiarano del tutto innocenti, avendo avviato le pratiche di adozione mesi fa, pratiche che sono state convalidate dalle autorità competenti e tribunali croati. I quattro bimbi congolesi, infatti, sono stati iscritti nel registro delle adozioni e hanno ottenuto cittadinanza e passaporto croati. Le autorità zambiane considererebbero - falsi i documenti che le quattro coppie avrebbero ottenuto in Congo.

Va detto pure che nella Repubblica democratica del Congo è in vigore da anni un divieto di adozione internazionale che però in pratica viene riconosciuta e permessa dai tribunali locali.

Lionella Pausin Acquavita