In Croazia, avviata stamattina la terza - e più impegnativa- fase dell’allentamento delle misure anti coronavirus. Da gran parte delle unità di crisi regionali giungono notizie confortanti e non registrano nuovi contagi. Eccezione l’isola di Brač-Brazza dove continua ad aumentare il numero degli infetti con tutta l’area diventata zona rossa e completamente isolata.
L’epidemiologa Alenka Markotić non ha preso il caffè al bar stamattina. “Penso che la vita vada normalizzata, che c’è bisogno di un allentamento, ma la precauzione non è mai troppa; vanno rispettate tutte le nuove disposizioni in primo luogo la distanza interpersonale e poi non c’è bisogno di fare tutto e subito anche perché è chiaro che il rischio aumenta con l’aumento della mobilità delle persone” ha detto l’esponente dell’Unità di crisi nazionale. Sono numerosi invece i cittadini croati che stamattina non hanno potuto resistere e dopo quasi due mesi sono corsi a gustarsi l’espresso nel bar sottocasa o in quello vicino al luogo di lavoro. Bar riaperti, oggi con la terza fase di allentamento, che prevede la riapertura dei centri commerciali, di palestre e centri fitness e il ripristino dei trasporti. Liberalizzata la circolazione da regione a regione, ma soprattutto riaperte molto prima del previsto- e questa è stata un po’ una sorpresa - le frontiere. Possono andare e venire dal paese i cittadini croati, ma anche tutti i cittadini europei che hanno necessità o urgenze dettate da lavoro, salute, famiglia o hanno proprietà in Croazia. Per il momento ai confini non si segnalano grandi movimenti ma la situazione potrebbe cambiare di ora in ora. Ieri, primo giorno di nuovo regime ai confini sono state all’ incirca 200 le persone arrivate nel paese, la metà di queste erano Sloveni proprietari di una seconda casa in Croazia. Non ci sono grandi affluenze nemmeno negli asili e nelle scuole con le prime quattro classi riattivate per quei ragazzini che – con i genitori al lavoro- non hanno alternative. In tutto il paese sono soltanto 5 mila gli alunni tornati nei banchi: nella Regione di Koprivnica-Križevci non ce n'è neppure uno, nella Regione istriana sono 400.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: Reuters
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