Al ballottaggio i cittadini saranno chiamati a eleggere i sindaci e i presidenti di Regione nelle autonomie locali e regionali nelle quali alla prima tornata nessun candidato ha ottenuto almeno il 50 p.c. più uno dei voti. In Istria si voterà domani per il nuovo presidente della Regione, nonché per i sindaci di tre Città - Pola, Pisino e Pinguente - e sette Comuni, ossia Barbana, Verteneglio, Gallignana, Caroiba, Portole, Chersano e Medolino. Per la presidenza della Regione si batteranno il candidato della Dieta democratica istriana Boris Miletić che alla prima tornata ha ottenuto il 46,77 per cento delle preferenze e l'esponente socialdemocratico Danijel Ferić che al primo turno si è fermato al 22,05 p.c. dei consensi. Molto più incerto e avvincente si preannuncia il confronto per la carica di sindaco di Pola. Elena Puh Belci, candidata dei regionalisti istriani il 16 maggio ha ottenuto infatti il 35,01 p.c. dei voti, mentre il suo rivale, l'indipendente Filip Zoričić ha avuto il 18,26 p.c. delle preferenze. Molto dipenderà dalla capacità di calamitare i suffragi dispersi alla prima tornata fra i numerosi candidati di centrosinistra e centrodestra. Nell'area quarnerina i riflettori sono puntati innanzitutto sulla disfida per la presidenza della Regione litoraneo-montana tra il presidente uscente, il socialdemocratico Zlatko Komadina, e lo sfidante dell'HDZ, l'ex ministro del Turismo Gari Cappelli. Ma anche a Fiume si profila una battaglia interessante tra il candidato socialdemocratico Marko Filipović e l'indipendente Davor Štimac. Filipović, in testa al primo turno, è chiamato a difendere quella che per il Partito socialdemocratico è la principale roccaforte in Croazia. A livello nazionale a calamitare l'interesse sono i ballottaggi a Zagabria e Spalato dove il 16 maggio scorso si sono piazzati primi i candidati di due formazioni emergenti di centrosinistra, rispettivamente Tomislav Tomašević di Možemo e Ivica Puljak del Centro. La loro vittoria sarebbe la conferma della crisi che attualmente stanno attraversando le forze politiche tradizionali.

Dario Saftich (La voce del popolo)

Foto: Reuters
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