Dal 2001 il 26 settembre è dedicato alla celebrazione delle lingue europee. Il nostro continente è patria di centinaia di lingue diverse, tra lingue di Stato e lingue regionali o minoritarie, parlate da secoli sul suo territorio, senza dimenticare che questa ricchissima varietà è solo destinata ad ampliarsi in seguito al flusso di migranti e rifugiati. Le lingue più diffuse per numero di parlanti madrelingua sono nell'ordine il russo, il tedesco, il francese, l'inglese e l'italiano. La Giornata istituita dal Consiglio d'Europa (che rappresenta 47 Stati membri per 800 milioni di cittadini) vuole attirare l'attenzione su questo prezioso patrimonio, incoraggiandoci ad imparare più lingue, ad ogni età, anche dopo la scuola, per migliorare la nostra mobilità, le opportunità di lavoro, e anche per essere più aperti verso gli altri e il loro bagaglio culturale. Del resto il plurilinguismo è un fenomeno storicamente radicato in Europa e fa parte della vita quotidiana di molte comunità, a cominciare dalle aree di confine come la nostra, ma anche di altre parti d'Europa come il Belgio o la Scandinavia. In occasione dell'edizione 2020 il Consiglio d'Europa ha realizzato un sito multilingue con informazioni, notizie, giochi e attività linguistiche. Ma verso l'apprendimento di quali lingue straniere si orientano i cittadini europei? Tipicamente, innanzitutto l'inglese, che un terzo degli abitanti del continente parla come seconda lingua, e fra i giovani dai 15 ai 35 anni la percentuale aumenta: quasi la metà ne ha una buona padronanza. Al secondo posto come lingua straniera più studiata a scuola troviamo il francese, seguito da tedesco, spagnolo, russo e - solo in sesta posizione - il nostro bell'idioma di Dante. In Europa studia l'italiano appena l'1,1 % degli studenti. (ornella rossetto)