Considerato l'evento preminente dell'Associazione degli scrittori della Slovenia il Festival internazionale letterario Vilenica è anche il più longevo tra quelli dedicati nel nostro Paese alla scrittura: viene svolto infatti ininterottamente da 36 anni ed è lo strumento più efficace di promozione di poeti e scrittori sloveni all'estero e al contrario di quanti operano nelle lingue più dispratate nell'area geografica del Centro europa e oltre. Sin dal suo inizio, e vale qui ricordare che il primo premiato nel 1986 fu lo scrittore istriano Fulvio Tomizza, il festival rappresenta un prezioso punto di incontro e di dibattito di intellettuali, scrittori, poeti, sociologi, saggisti, lettori e sostenitori della letteratura e dei buoni propositi. Il motto del festival è quest'anno condensato in una serie di parole: essere temerario, osare, sperare, resistere, sopportare, rimanere, avere coraggio. Il debutto oggi alla casa della cultura Kosovelov dom di Sesana con la partecipazione dei primi cinque ospiti del Festival. In searata da segnalare a Capodistria l'incontro con il poeta Milan Dekleva, a cui quest'anno è dedicato il Focus. Nato nel 1946 Dekleva è considerato tra gli autori sloveni più innovativi e originali degli ultimi decenni. I luoghi del festival, oltre a Sesana e Capodistria, sono quest'anno anche Trieste, Hrastnik e Lubiana, dove il programma festivaliero vedrà una serie di serate letterarie, tavole rotonde in presenza e virtuali sulla traduzione, l'editoria, le limitazioni imposte dalla pandemia. Un'attenzione particolare viene dedicata da questa edizione alla letteratura del Portogallo. Tra i momenti più alti della manifestazione la cerimonia di consegna del Premio Vilenica nell'omonima grotta carsica. A riceverlo nella serata di sabato sarà lo scrittore austriaco Josef Winkler, che nei suoi libri riflette sugli ancora presenti fantasmi del nazismo e sull'ineluttabilità della morte, l'atto finale della vita. (mid)

Foto: EPA
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