Un traduttore di Omero dal greco al latino largamento apprezzato ai suoi tempi: Andrea Divo Giustinopolitano, personaggio di rilievo della Capodistria veneta e umanistica del Cinquecento, torna a far parlare di sé. Con la quinta edizione di Colloquia Divina, due giornate di studi sulle tracce della storia e la cultura della città fra Cinque e Seicento, con uno speciale accento sulla produzione in lingua latina, e uno sguardo che dall'Istria si amplia a un contesto più generale. Preposta all'organizzazione, insieme all'Università del Litorale (che ospita anche i lavori) è la Biblioteca centrale Srečko Vilhar, portatrice di un enorme patrimonio di memoria storica, che un progetto pluriennale finanziato dal Comune ha permesso via via di integrare e arricchire con l'acquisizione di numerosi altri volumi antichi, importanti per la storia di Capodistria. Come, fra i tanti, il Commento (datato 1625) che il celebre medico capodistriano Santorio Santorio, padre della moderna fisiologia, dedicò al Canone del medico arabo Avicenna, ancora nel Seicento uno dei grandi testi dell'insegnamento universitario. Su questa opera, scritta in latino, allora lingua tipica delle scienze, e di quelle mediche in particolare, interviene nel corso dell'incontro il bibliotecario Peter Štoka, responsabile della sezione di Storia patria della biblioteca capodistriana e anima della manifestazione. "Il volume è stato acquistato una decina di anni fa, ma nessuno finora aveva avuto il proposito di leggerlo. È un testo molto difficile, essendo stato scritto per gli studenti dell'Università di Padova, il Ginnasio, che appunto col Santorio diventerà la prima facoltà di medicina. Santorio fu il primo professore di medicina teorica di questo importantissimo istituto".
Alla quinta edizione dei Colloquia Divina, aperta con una breve cerimonia a Palazzo Pretorio, hanno portato i saluti Vesna Pajić a nome del Comune di Capodistria, Irena Lazar, preside della Facoltà di Studi Umanistici, e il professor Gregor Pobežin, direttore dei lavori. Peccato che in italiano, nessuno di loro abbia proferito una sola parola.

Foto Mariella Mehle, La Voce del Popolo
Foto Mariella Mehle, La Voce del Popolo