Na srečanju s premierjem so kulturniki opozorili tudi na nevzdržen položaj filmskih ustvarjalcev in Slovenskega filmskega centra ter Javne agencije za knjigo. Foto: BoBo
Na srečanju s premierjem so kulturniki opozorili tudi na nevzdržen položaj filmskih ustvarjalcev in Slovenskega filmskega centra ter Javne agencije za knjigo. Foto: BoBo

Fino a domenica dunque all'Auditorio e al cinema Monfort di Portorose riflettori puntati sulla cinematografia slovena. La produzione nel corso dell'ultimo anno è stata importante dall'aspetto dei numeri e, a quanto pare di capire, anche da quello della qualità. Ben 57 le pellicole in gara a contendersi i numerosi premi, tra cui i prestigiosi Vesna. Si va dal dramma sociale al trilher a sfondo politico, ai racconti di viaggio e film sperimentali. In apertura la consegna del premio Metod Badjura alla carriera al cineasta indipendente e compositore Andrej Zdravič, seguita dalla proiezione del suo cortometraggio Il viaggio della sabbia. All'autore il festival riserverà inoltre una retrospettiva dei suoi film. Tra le prime pellicole e autori del concorso principale a proporsi al pubblico segnaliamo il film Io sono Frenk del regista Metod Pevec che indaga sui rapporti di amicizia e familiari dei protagonisti. Seguiranno le pellicole Tutti contro tutti di Andrej Košak e Corporazione di Matej Nahtingal. Numerose quest'anno le registe, tra cui ricordiamo Ema Krugel con il film sperimentale L'uomo con l'ombra e Sabrina Morena con il documentario Il dilemma dell'identità. Attesa al festival la proiezione del documentario La figlia della camorra dell'autrice Anka Piš che presenta la figura di Cristina Pinto, un ex assassina al soldo della camorra che dopo 24 anni di carcere inizia ad affrontare le sfide della vita quotidiana, questa volta lontano dalla criminalità. In competizione anche il ritratto di uno dei più innovativi poeti sloveni, Tomaz Šalamun, a cura di Nejc Saje e Jeffrey Young. Il giovane regista Gregor Bozič affronta la disgregazione di una piccola comunità al confine italo-jugoslavo. Si profila interessante anche la sezione denominata Coproduzioni delle minoranze, dove troviamo l'ultimo film del regista serbo Želimir Žilnik Il più bel paese al mondo che prende in esame la triste realtà delle migrazioni. Infine la riflessione sulla società maschilista macedone del regista Teone Strugar Mitevski nel film Dio esiste, il mio nome è Petrunja. Un festival che si profila tra i più innovativi degli ultimi anni, che non mancherà di far scoprire al pubblico una serie di nuovi film e promettenti autori.

Foto: BoBo