Maestro britannico dei romanzi di spionaggio, lui stesso ex agente dell’intelligence, lavorò infatti per i servizi inglesi tra gli anni ’50 e ’60. Le Carré nasce nel 1931 a Poole nel Dorset e si laurea in letteratura tedesca al Lincoln college. Dopo un'esperienza come docente nel 1959 diventa funzionario del Foreign Office. Quando andrà a lavorare al Consolato d'Amburgo entrerà a far parte del servizio M16. Scrive il suo primo romanzo nel 1961 »Chiamata per il morto«, ma raggiunge il successo mondiale nel 1963 con la sua terza opera: »La spia che venne dal freddo«, divenuto vero e proprio bestseller del genere. Il personaggio più famoso dei suoi romanzi è sicuramente George Smiley, agente del controspionaggio inglese, protagonista di titoli di successo come »La talpa«, »L’onorevole scolaro«, »Tutti gli uomini di Smiley« e »Un delitto di classe«. John Le Carrè è l'interprete più vero e fantasioso al tempo stesso degli anni della cosiddetta »guerra fredda«, che per diversi decenni dopo la fine del secondo conflitto mondiale segnò i rapporti tra gli Stati Uniti e l'Unione sovietica. Un duro confronto politico e militare che rischiò in diverse occasioni di degenerare in un nuovo conflitto tra i due principali blocchi in cui si basava allora l'equilibrio del mondo. Sul piano strettamente letterario il mondo delle spie che sa rappresentare John Le Carrè è molto diverso da quello ad esempio di Ian Fleming, il padre di James Bond. Il personaggio di Bond con le belle donne, i soldi, i luoghi esotici, le avventure a lieto fine, diverte ma è artificiale. I personaggi di Le Carrè sono invece normali, qualche volta brutti, pieni di guai e anche di paure. Dipende con chi si voglia identificare il lettore: con l’eroe o con l’uomo comune. In definitiva non si rischia mai di essagerare affermando che è stato un gigante della letteratura inglese. (Mid)

London Foto: Reuters
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